Gazzetta di Reggio

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Campovolo, in quasi 100mila per il concerto contro la violenza sulle donne

Elisa Pederzoli
Campovolo, in quasi 100mila per il concerto contro la violenza sulle donne

Il messaggio di Laura Pausini prima dell’evento che ha riunito le sette artiste: "Se anche solo una denuncierà dopo questo evento, avremo vinto". Dalla serata oltre due milioni di donazioni a sette associazioni antiviolenza

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Reggio Emilia Oltre 96mila biglietti venduti a metà pomeriggio con la prospettiva di toccare i 100mila spettatori a inizio serata, un incasso pari a 5,7 milioni di euro, di cui oltre 2 milioni già devoluti a centri antiviolenza.

Sono i numeri del secondo grande evento all’Arena Campovolo, una settimana esatta dopo il debutto tenuto a battesimo da Luciano Ligabue.

Stavolta Reggio Emilia è diventata portavoce di un messaggio forte e chiaro contro la violenza di genere, pronunciato coralmente dalle sette artiste protagoniste del grande evento: Fiorella Mannoia, Emma, Alessandra Amoroso, Giorgia, Elisa, Gianna Nannini, Laura Pausini. Un evento eccezionale, che è stato in grado di coinvolgere anche 7 artisti uomini. In un luogo, forse, non casuale: Reggio Emilia vanta la presenza di un centro antiviolenza con una storia ventennale, che ha accolto oltre 6.500 donne, può contare su 250 case rifugio e ogni anno il Comune trasferisce a suo sostegno qualcosa come 240mila euro, come ha sottolineato il sindaco Luca Vecchi, presente alla conferenza stampa.

Il concerto alla Rcf Arena è una festa. Incorniciata da una giornata di sole dalle temperature decisamente estive. Ma l’occasione di ritrovarsi – due anni dopo i posticipi dovuto alla pandemia – non è solo un pretesto. La finalità è la sensibilizzazione su un tema che ogni giorno, purtroppo, non manca di imporsi all’attenzione della cronaca. Ma anche, e soprattutto, la prevenzione.

«Questo purtroppo è un problema non risolto: vorrei ricordare che solo da inizio anno, in Italia, sono state uccise 20 donne. Nell’anno precedente, erano state 118. Numeri importanti, Dobbiamo continuare a concentrarci su questo problema che ci affligge da sempre» sono le parole in conferenza stampa di Fiorella Mannoia. “Una. Nessuna. Centomila” è un modo di farlo, usando la musica come veicolo universale, per arrivare alle orecchie e al cuore delle donne, e degli uomini.

Le organizzatrici hanno individuato sette centri antiviolenza e organizzazioni che sostengono e supportano le vittime come destinatarie dei fondi. E non a caso sono state scelte solo associazioni del Sud Italia. «Perché – ha spiegato Giulia Minoli, che ha seguito le artiste nella ricerca – lì ci sono le situazioni ambientali più difficili, come in Sardegna, in Calabria, nella Locride: qui, poi, questi fondi daranno la possibilità di strutturare il primo sportello, nel territorio a più alta densità ‘ndranghetista d’Italia e d’Europa».

Grazie ai biglietti di questo concerto avranno in donazione 228mila euro ciascuna. Una somma significativa, in grado di sostenere concretamente progetti, iniziative. In grado di aiutare le donne. Poi, ci sono altri 200mila euro andati a favore del centro antiviolenza Cadmi e altri 200mila alla Fondazione Pangea Onlus per il progetto Emergenza Afghanistan.

Se il concerto è stato una straordinaria maratona musicale dove le artiste si sono alternate sul palco in sette cambi di set, la conferenza stampa è diventata di fatto una generosa staffetta dove ciascuna artista, e molti dei loro ospiti, ha portato il proprio sostegno alla causa. Non comunque senza ironia, leggerezza e voglia di fare festa.

Dopo Fiorella Mannoia a cui si è affiancato Caparezza, con Emma è arrivato Brunari Sas e poi Diodato, ospite di Alessandra Amoruso , che ha voluto sottolineare l’importanza della partecipazione degli uomini al concerto del Campovolo. «Siamo qui per un motivo molto importante ed è stato giusto invitare gli uomini – ha detto – anche perché nel 99% dei casi questo problema che riguarda gli uomini: è un problema nostro, che dobbiamo affrontare noi per primi. Mi auguro che stasera ci siano anche molto uomini».

Elisa, accompagnata da Tommaso Paradiso, ha parlato di un evento, quello di un concerto capace di mettere insieme tanti artisti diversi, che va oltre la musica. «Essere qui è un privilegio grande – ha detto – ti rendi conto delle cose belle che ci uniscono, di quanto la musica smuova. Oggi poi per una cosa gigante, per quello che riusciremo a fare per le donne, per sostenere in centri anti violenza».

Poi è stata la volta di Giorgia e Gianna Nannini: quest’ultima si è presentata in conferenza stampa con una maglietta con la scritta “feminity, the trap“ firmata Simone De Beauvoir. «È un messaggio no gender», ha detto confermando come non fosse casuale la scelta di metterla in questa giornata.

E infine, è stata la volta di Laura Pausini. Che, bellissima, vestita di bianco ed emozionata per la sua partecipazione, ha rivelato come la sua presenza all’evento e il tema al centro del concerto la tocchino da vicino e profondamente. Ha richiamato l’importanza del numero anti violenza 1522, che tutti dovrebbero conoscere. E poi ha confidato: «Ho avuto modo di essere in contatto con una ragazza di Torino che mi chiamava durante le violenze. Io stessa ho, più volte, per lei chiamato la polizia. Non ho visto niente, ma ho sentito quello che le succedeva. Sai che è una cosa grave». «Questo concerto non potrà risolvere, ma avrà modo di fare molto rumore come dice la canzone di Diodato. Sarà una grossa cassa di risonanza. Se riusciamo sensibilizzare una, magari 100, magari 100mila (ma spero che non ci siano numeri così alti), di donne che hanno paura a denunciare, allora noi avremo già vinto» ha concluso.l