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Il cardinale Zuppi al Festincontro di Reggio Emilia: «Non fate i piacioni»

Il cardinale Zuppi al Festincontro di Reggio Emilia: «Non fate i piacioni»

Il presidente della Cei: «Evitare l’apparenza»

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Reggio Emilia Grande stima per l’Azione Cattolica ha espresso a chiare lettere al Festincontro il cardinale Matteo Maria Zuppi, neopresidente della Cei, aprendo il suo intervento sul tema “Lo sguardo della Chiesa sul mondo”, introdotto dalla presidente diocesana Sara Iotti e dall’arcivescovo Giacomo Morandi. «Sono contento di essere con voi. C’è bisogno di Azione Cattolica» ha detto l’arcivescovo di Bologna, focalizzando due ambiti di intervento associativo: i ragazzi, che mancano spesso di padri e madri e di adeguate risposte che non siano quelle dello psicologo; gli adulti, perché l’allungamento dell’età impone che questi anni siano da investire saggiamente. Infatti è un tempo importante e non si può fare i ragazzini a vita, ci sono energie da investire.

Altro tema sui cui il cardinale Zuppi ha insistito, prendendo spunto dal Vangelo, è stato lo “sguardo”; occorre avere un occhio semplice, così come serve un cuore semplice, che sappia guardare nel profondo con amore e passione. Bisogna che la bulimia di immagini a cui ciascuno è sottoposto non lo privi di uno sguardo semplice, che si lascia ferire dalla sofferenze altrui, che sappia ricordare.

Nel suo coinvolgente intervento il porporato ha citato brani biblici sottolineando la notevole competenza esegetica del vescovo Giacomo Morandi.

Dunque, ha raccomandato l’arcivescovo Zuppi, nessuno sguardo insolente, pruriginoso come se si guardasse dal buco della serratura, malizioso; occorre essere trasparenti e molte cose si capiscono proprio con gli occhi: la comunicazione visiva, oltre che quella verbale, ha una rilevanza fondamentale. Con riferimento alla guerra, il porporato ha invitato a guardare le vittime, a parlare con i profughi, a conoscere le vicende storiche per capire la situazione attuale. La Chiesa sta sotto la Croce dalla parte della sofferenza senza distinzioni; fa suo il dolore e cerca le vie per lenirla. Preghiera, solidarietà, accoglienza, compassione generativa devono distinguere il cristiano.

Per evidenziare che la Chiesa deve farsi vedere, essere presentabile, non lontana, attraente, credibile, il presidente della Cei ha usato un termine romanesco assai efficace che ha colpito il vastissimo uditorio che ha partecipato all’incontro: «non fare i piacioni!». Cioè occorre evitare l’apparenza che inganna, si scolora e non comunica. I “piacioni” invecchiano rapidamente!

Nel suo intervento il cardinale ha sottolineato che è stata rubata ai giovani la speranza con la riduzione di tutto all’oggi, lo scetticismo, l’esasperazione dei diritti individuali; riserva ha espresso per il ricorso ai bonus che non incentivano al lavoro e ha raccomandato di essere «donne e uomini di speranza». Inoltre ha ribadito l’indispensabile necessità di mantenere con coraggio la propria identità che affonda nei principi cristiani per vivere in una realtà multietnica e multiculturale; infine ai presbiteri la raccomandazione – in piena sintonia con l’insegnamento di Papa Francesco – di limitare a 7-8 minuti l’omelia.

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