Gazzetta di Reggio

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Brescello, Peppone eletto sindaco Pci promette la Casa del Popolo

Andrea Vaccari
Brescello, Peppone eletto sindaco Pci promette la Casa del Popolo

Sabato e ieri la rievocazione tra la storia post-bellica e i film di Don Camillo. Dopo la vittoria sul candidato della Dc, la sfilata e il discorso dal municipio

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Brescello Ha vinto la democrazia. Giuseppe Bottazzi è il nuovo sindaco di Brescello... nel 1946. L’esito delle elezioni che si sono svolte ieri in paese ha incoronato il rappresentante del Partito Comunista, che ha sbaragliato il diretto avversario, l’avvocato Spiletti, candidato della Democrazia Cristiana. Notevole la differenza di voti: su oltre 2.100 preferenze, a Bottazzi – per tutti Peppone – ne sono andate oltre due terzi.

Questo l’esito dell’evento che ieri ha riportato ancora una volta Brescello alle allegre atmosfere dei film con Don Camillo e Peppone, organizzato da Incia Brixellum e che ha riscosso un bel successo in termini di partecipanti, sia del paese che turisti. In questo fine settimana Brescello è stata riportata al 1946 quando – secondo quanto riportato nel primo film, realizzato nel 1952 – Peppone venne eletto sindaco. Un dettaglio, questo, che nella trama non viene particolarmente approfondito, ma dal quale l’associazione Incia Brixellum ha voluto prendere spunto per creare una sorta di “spin off” raccontando e romanzando gli accadimenti che precedono i fatti del primo “Don Camillo”. Così, tra sabato e ieri, in piazza è stato allestito un seggio nel quale, in tantissimi, hanno espresso la loro preferenza, sotto gli sguardi “amichevoli” di Peppone (impersonato dall’attore Fabrizio Careddu, con una mimica e una tonalità di voce incredibilmente simile a quella di Gino Cervi) e dai suoi scagnozzi, tutti ben riconoscibili dal fazzoletto rosso legato al collo.

Ieri poi, poco dopo mezzogiorno, è arrivata la proclamazione del vincitore: davanti ad una folla entusiasta, Peppone ha trionfato e stretto le mani dei tanti sostenitori di tutte le età, che hanno acclamato il suo nome. Incassata la nomina, il neosindaco si è quindi diretto verso piazza Mingori, dove era atteso dal corpo bandistico “Medesani” di Boretto (lo stesso che partecipò alle riprese del film), che ha intonato musiche celebrative per la successiva parata, che si è svolta per le vie del centro, lungo le quali Peppone è stato acclamato dagli elettori, seguito da un folto nugolo di fedelissimi.

Giunto in piazza Matteotti, il sindaco – dopo l’esecuzione di “Bandiera Rossa” e sotto gli occhi della vera titolare del municipio, Elena Benassi – che riprendeva divertita la scena con il telefonino – ha quindi ufficialmente salutato i brescellesi dal balcone del Comune, dal quale ha pronunciato il primo discorso. Non è mancata, tra l’altro, una promessa elettorale: la realizzazione della Casa del Popolo. Peccato che il suo discorso sia stato più volte interrotto dall’incessante suono delle campane della vicina chiesa, che con insistenza sovrastavano la voce del sindaco. Un chiaro richiamo, questo, alla scena iniziale di “Don Camillo”, del quale sono stati ripresi alla lettera alcuni passi, per rendere ancora più realistica la rappresentazione e che ha scatenato l’ilarità del pubblico, divertito dalla gag.

La “due giorni” brescellesi ha visto anche lo svolgimento di altri eventi, tra cui l’approfondimento “Dal podestà al sindaco Peppone: il primo voto nel paese del film”, a cura di Andrea Setti, aperitivi e dj set in diverse attività commerciali, l’accensione del celebre carro armato e una parata di sidecar.l