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«Agenti, correte presto». A Reggio Emilia la Polizia inscena un finto sequestro

G.F.
«Agenti, correte presto». A Reggio Emilia la Polizia inscena un finto sequestro

Ieri mattina una trentina di poliziotti in azione alle ex Reggiane.  La simulazione evolve dall’aggressione alla rapina in banca

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Reggio Emilia «Correte, presto: lo stanno massacrando con un bastone». La comunicazione alla sala operativa della Questura si interrompe così, bruscamente, con un “clic”.

Gli agenti devono intervenire rapidamente per evitare che l’aggressione degeneri. Pochi minuti prima, hanno ricevuto un’altra telefonata. «Vi segnalo che ho visto due persone litigare vicino alla Banca d’Italia – comunica la fonte, che chiede di restare anonima –. Una dei due aveva un bastone».

Il sospetto aggressore potrebbe essere la stessa persona armata. Meglio non correre rischi. Sembra tutto vero ma, per fortuna, si tratta solo di un’esercitazione, attuata ieri alle ex Reggiane dalla Questura.
Gli agenti indossano giubbotti anti-proiettili. Alla centrale operativa è giunta una terza telefonata che simula la testimonianza di un passante: alla Banca d’Italia è in corso una rapina. La Questura mette in campo i rinforzi. Da Modena rientrano gli agenti esperti dell’Unità operativa di primo intervento (Uopi) di stanza nel reparto Prevenzione e crimine reggiano. Dal reparto di Bologna è richiesto l’analoga unità come supporto operativo.

Gli agenti arrivano sul luogo e trovano un sospettato. «Alza le mani e mettile bene in vista», gli intimano gli agenti con tono perentorio. L’uomo esegue il comando. Un poliziotto gli si avvicina, gli pone le mani dietro il collo, lo fa inginocchiare e lo blocca per impedirgli eventuali ritorsioni.
A questo punto, gli agenti devono occuparsi del colpo in banca. Il rapinatore è armato, all’interno ci potrebbero essere ostaggi. Serve un professionista ancor più specializzato: il negoziatore. È un agente formato alla Scuola per il controllo del territorio di Pescara e opera secondo il principio di riduzione del danno. Il negoziatore deve trovare la soluzione migliore per evitare che accada l’irrimediabile all’interno dell’istituto di credito, garantendo per quanto possibile il colpevole alla giustizia. La tensione dura per minuti che sembrano eterni. Alla fine, tutto si risolve nel migliore dei modi, senza che non sia sparato neanche un proiettile. D’altronde, gli agenti della Questura reggiana l’avevano subito messo in chiaro sin dalla mattina di ieri: «le armi sono scariche, questa è un’esercitazione».

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Alle ex Reggiane, una trentina di poliziotti simula uno «scenario operativo critico complesso». La mattinata si apre con la preparazione teorica: ogni agente deve conoscere le tecniche d’intervento rispetto a una possibile situazione concreta.

Il principio di azione e reazione non si applica in modo preciso come la terza legge della dinamica. Troppe le variabili per prevedere tutti i possibili esiti dell’operazione. Gli agenti devono dunque essere preparati al meglio ed evitare il peggio, indirizzando per quanto possibile gli eventi per porre le persone in pericolo in condizioni di sicurezza.

Ciascun ruolo è importante. Se la sala operativa non avesse preso in dovuta considerazione una delle telefonate, gli agenti della Volante avrebbero rischiato di non intervenire, come a seguire tutte le altre forze speciali inviate sul luogo per risolvere la situazione di pericolo.

In tal modo, dal mancato intervento si sarebbero potute avere conseguenze ben peggiori. Gli agenti non scherzano quando si tratta di sicurezza. Fanno il punto dopo ogni fase dell’operazione. Verificano se qualcosa non ha funzionato. Ieri era un’esercitazione, ma la vita non sempre perdona.

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