Gazzetta di Reggio

Reggio

Ciclabile sulla Bagnolo-Correggio interrotta. Il comitato attacca: «Pedoni e ciclisti rischiano la vita»

Alessandro Cagossi
Ciclabile sulla Bagnolo-Correggio interrotta. Il comitato attacca: «Pedoni e ciclisti rischiano la vita»

Nuova protesta dopo il deposito delle firme

3 MINUTI DI LETTURA





Bagnolo La richiesta arriva da alcuni residenti di San Michele della Fossa. Gli abitanti, preoccupati per la loro incolumità, chiedono sia conclusa al più presto la pista ciclabile che corre parallela alla provinciale 47 Bagnolo-Correggio, una strada molto trafficata e relativamente stretta, dove transitano in continuazione mezzi pesanti e traffico veicolare.

Alla ciclabile manca un pezzo intermedio tra San Michele e Fosdondo. Il tratto dovrebbe essere costruito dalla Provincia, dopo che i due Comuni, in base ad un accordo, negli anni scorsi hanno già realizzato gli stralci di loro competenza: due chilometri a Bagnolo in via Beviera (il nome della provinciale 47 in quel tratto) fino all’azienda agricola Mida, e tre chilometri a Correggio, dalla rotonda di viale Repubblica fino a Fosdondo.
I tre chilometri mancanti di collegamento tra i due tratti esistenti sono a carico della Provincia di Reggio Emilia, che ha fatto uno studio di fattibilità ed è d'accordo con i Comuni di Bagnolo e Correggio per completarla, ma il tutto è subordinato all'ottenimento di fondi per la mobilità sostenibile.
San Michele della Fossa si trova oltre il tratto servito dalle ciclabili esistenti. Così si spiega il motivo delle proteste che arrivano da un comitato composto da Verther Galeotti, Monica Manfredotti, Afro Ferrari, Eros Pavarini e Roberto Veroni.

In rappresentanza degli abitanti della zona, i cinque nel 2021 hanno depositato 176 firme in Provincia per chiedere che sia costruito il pezzo mancante di ciclabile. Sul tema, ci sono anche stati incontri con le amministrazioni comunali precedenti e con quella attuale.

Di fronte al nulla di fatto, gli attivisti di San Michele hanno deciso di mobilitarsi ulteriormente. «Purtroppo, la conformazione delle strade di campagna qui attorno non ci permette di raggiungere agevolmente Bagnolo – denuncia il comitato – per cui siamo obbligati a prendere via Beviera. Siamo in sicurezza nel tratto già servito dalla ciclabile, ma rimangono almeno 700 metri in cui i ciclisti condividono la sede stradale con mezzi pesanti e auto che spesso sfrecciano a velocità spaventose, considerando che via Beviera è un lungo rettilineo. Diciamo pure, per inciso, che ci vorrebbe un misuratore di velocità. Tutto questo rappresenta un serio pericolo per pedoni e ciclisti: in passato ci sono stati incidenti gravi, alcuni con conseguenze mortali».

«Premesso che la ciclabile va completata nella sua interezza – aggiungono i rappresentanti – a noi basterebbero 700 metri in più di pista, dall’azienda Mida dove si interrompe oggi fino a via Ronchi Levi, per permetterci di raggiungere Bagnolo in tutta sicurezza. Da via Ronchi Levi a San Michele, infatti, potremmo utilizzare in sicurezza strade di campagna poco trafficate. Lo spazio al lato della provinciale per la costruzione della ciclabile c’è già, come pure un ponte che scavalla il cavo Bondeno, per cui la sua realizzazione non ha costi esorbitanti».

E le proteste non si arrestano qui: «Segnaliamo che la ciclabile esistente, nonostante sia stata realizzata qualche anno fa, ha il fondo crepato ed è maltenuta. Senza contare che nei pressi della fermata dell’autobus all’altezza del Winny bar non ci sono le strisce per l’attraversamento pedonale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA