Reggio Emilia «Le minacce di natura terroristica esistono». Il questore Giuseppe Ferrari dirige la simulazione operativa della Polizia di Stato alle ex Reggiane.
La Questura di Reggio Emilia ha selezionato come scenario un’aggressione a mano armata che sale d’intensità fino a sfociare in una rapina in banca con potenziali ostaggi. Sarebbe un buon soggetto cinematografico, se non fosse che nel territorio reggiano episodi estremi sono accaduti davvero.
Dal sequestro alla sede delle Poste Italiane di Pieve Modolena del 5 novembre 2018 all’arresto di un presunto capo di una cellula terroristica a Fabbrico lo scorso 7 giugno i casi non mancano. «Le situazioni straordinarie richiedono risposte straordinarie», assicura il questore.
L’augurio di Ferrari è che episodi del genere non possano verificarsi. «Dobbiamo però pensare di poterli affrontare – aggiunge il questore –. Come sapete bene, le minacce di natura terroristica esistono: non possiamo negarlo. Si possono anche verificare situazioni non legate al terrorismo, che però necessitano di una risposta più complessa da parte del nostro personale. Dobbiamo essere in grado di dare questo tipo di risposte».
La parola chiave è addestramento, a tutti i livelli. La Polizia di Stato è dotata dall’ottobre 2020 di negoziatori, figure professionali formate alla Scuola per il controllo del territorio di Pescara incaricati alle trattative con i sequestratori.
Nell’aprile 2015, la Polizia di Stato imparava a conoscere le Unità operative di primo intervento (Uopi), specializzate in azioni anti-terrorismo. Se pensate sia una realtà lontana pensate a un evento da oltre centomila persone organizzato lo scorso 3 giugno nella città del Tricolore, ancor più precisamente al Campovolo.
No, non è una coincidenza: le unità speciali erano presenti alla Rcf Arena Reggio Emilia per il concerto-evento “30 anni in un giorno” di Luciano Ligabue.
Tali agenti specializzati hanno sede nella nostra città, ma operano di base a Modena. In caso di necessità, i poliziotti anti-terrorismo sono pronti a rientrare alla base per mettere in pratica quanto appreso durante il periodo d’addestramento.
«In situazioni straordinarie, potremmo avere il supporto delle unità operative di pronto intervento arriverebbero da Modena per supportare i colleghi di Reggio Emilia», specifica Ferrari.
L’esercitazione riguarda il personale della Questura nelle varie squadre. «L’addestramento non è pensato esclusivamente per gli agenti che stanno in strada – aggiunge il questore –, ma anche nei confronti di chi deve rispondere alla prima chiamata d’intervento. Gli agenti della sala operativa devono essere formati per gestire le criticità. Tali persone hanno una particolare capacità di capire attraverso le informazioni dell’interlocutore quale tipo di situazione debbono affrontare le Volanti sul territorio. La capacità di risposta nasce innanzitutto dalla capacità di comprendere in sala operativa la criticità che si può dover affrontare».
In tal senso, l’operatore è ben più di un “filtro” che raccoglie informazioni. «Tante volte aiutiamo persone che vogliono suicidarsi – spiega Ferrari – e quindi dobbiamo essere bravi psicologi. Inoltre, dobbiamo essere bravi a guidare chi si trova sul territorio per dare le giuste coordinate affinché gli interventi siano adeguati alla situazione da dover gestire».