Schianto fatale per un 40enne a Reggio Emilia
La vittima percorreva in moto via Mozart a Massenzatico al momento dell’impatto. La comunità moldava: «Un grande amico, ci uniamo al dolore della famiglia»
Reggio Emilia «Dumnezeu sa te ierte». «Il Signore ti perdoni». La comunità moldava reagisce attonita alla scomparsa di Pavel Toma, libero professionista di quarant’anni. Risiedeva a Reggio Emilia con la moglie e due figli, ma era originario di Ialoveni, città a una decina di chilometri dalla capitale Chisinau, gemellata con la città del Tricolore dal 1989.
Erano circa le 22.40 di martedì scorso quando Toma percorreva in moto via Mozart a Massenzatico, in direzione del centro. All’altezza del numero civico 32 i residenti sono stati allertati da un boato. Pochi istanti dopo, la tragica scoperta: Toma è stato sbalzato dalla Honda Shadow che conduceva, sbattendo contro un paletto e un muretto poco distanti dalle case. Una residente era in cortile quando ha sentito il rumore. «Non ho avuto la sensazione ci fosse un veicolo dietro», la spiegazione dell’abitante, sentita dagli agenti della polizia locale. Sono stati invece i vicini ad allertare il personale del 118.
Il personale medico è giunto sul luogo, ad alcune centinaia di metri in linea d’aria dall’autostrada del Sole, con un’ambulanza e un’automedica. Gli uomini del 118 si sono avvicinati al corpo di Toma, riverso in un fossato al fianco della carreggiata. Per il 40enne sarebbe stato fatale l’impatto contro il paletto e il muretto poco distanti. I medici non hanno potuto fare altro che certificare l’avvenuto decesso. L’annuncio della morte è affidata al profilo Facebook del 40enne. Una candela bianca accesa avvolta in una fascia nera come segno di lutto richiama amici da varie parti dell’Italia e della Moldavia. Tra le persone che intervengono, Stelian Turcanu, con cui aveva condiviso il compleanno lo scorso 11 giugno a Reggio Emilia.
«Era un grande amico, un padre di famiglia e un bravo lavoratore», ha rimarcato Turcanu. Il dolore è forte e l’amico rivolge un pensiero alla famiglia di Toma.
«Ci conosciamo dal 2004 – ha ripreso Turcanu, usando il presente al posto del passato –. Avevamo anche abitato insieme e condiviso persino un pezzo di pane. Provo un grande dolore per una grave perdita».
Una scomparsa che lascia il segno nella comunità moldava di Reggio Emilia. Dai dati su base Istat aggiornati al gennaio 2021, i moldavi residenti sono 1.466 nel capoluogo e 2.872 in tutta la provincia reggiana.
«L’associazione Moldavi di Reggio Emilia si associa al dolore della famiglia», l’attestazione di Viorica Stoica a nome dell’associazione.
Stoica è stata segretaria di seggio quando nel luglio scorso si è votato nella nostra città per il rinnovo del Parlamento moldavo.
Reggio Emilia ha siglato un gemellaggio con la capitale Chisinau due anni prima dell’indipendenza del Paese dall’ex Unione Sovietica, avvenuta nel 1991.
L’appartenenza territoriale e il senso della comunità sono due elementi insiti nella tradizione moldava insieme a un forte sentimento religioso. Un censimento del 2014 ha indicato come oltre nove moldavi su dieci (il 93 per cento della popolazione) sia cristiano. Il culto ortodosso è quello prevalente.
Immagini sacre e preghiere sono deposte sulla pagina Facebook di Toma come un ultimo saluto discreto, ma sentito. «Noi siamo soliti dire “Dumnezeu sa te ierte” ovvero “Il Signore ti perdoni” – la spiegazione di Stoica –. È una preghiera per la sua anima. Quando muore qualcuno, gli amici e i familiari chiedono a Dio di perdonarlo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA