Gazzetta di Reggio

Reggio

Emergenza siccità

Priolo: «Nessun territorio ha le ore contate ma serve lo stato di emergenza»

Andrea Vaccari

	Una riunione della Sezione impianti del Consorzio di Bonifica Emilia Centrale<br />
	&nbsp;
Una riunione della Sezione impianti del Consorzio di Bonifica Emilia Centrale
 

L’appello dell’assessore regionale all’Ambiente

29 giugno 2022
3 MINUTI DI LETTURA





Boretto Impegno totale a garantire l’acqua per il comparto agricolo, finché sarà possibile e in linea con i dettami regionali e distrettuali. Questa la direttiva emersa in occasione del consiglio d’amministrazione del Consorzio di bonifica Emilia Centrale che, in via straordinaria, ieri si è riunito all’interno dell’impianto consortile di Boretto per confrontarsi sui temi all’ordine del giorno, primo tra tutti l’emergenza siccità che ha colpito il bacino padano.


Dall’analisi dell’attuale stato dell’arte emerge come le complesse manovre – dalla natura eccezionale ed effettuate giornalmente dal consorzio con impiego massiccio di uomini, mezzi e risorse economiche – stiano continuando a garantire la continuità della derivazione, pur se in misura ridotta (al 50-60% della risorsa che, comunque, è un dato in linea con la stagione); ma che le condizioni del fiume, i cui afflussi sono in costante decrescita potrebbero, nel caso perdurasse l’assenza di precipitazioni, imporre eventuali riduzioni.


Intervenuto in apertura di seduta, il presidente Marcello Bonvicini ha condotto i membri dell’intero Cda all’interno del greto del Po, in prossimità delle manovre straordinarie che l’ente sta eseguendo per continuare a garantire la derivazione necessaria all’agricoltura, finché possibile.

«Era importante – ha sottolineato – riunirsi qui: la “presa” di Boretto riveste un valore fondamentale per l’intero comprensorio irriguo dell’Emilia-Romagna centrale, poiché serve 210mila ettari di territorio a forte vocazione agricola tra le province di Reggio Emilia, Modena e anche parte della destra mantovana. Il consorzio prosegue, con notevole impiego di risorse umane ed economiche, a fare tutto il possibile per continuare a garantire l’acqua al comparto agricolo finché sarà possibile derivare».

L’emergenza idrica è approdata ieri anche in Regione dove, in occasione della seduta dell’assemblea legislativa, l’assessore all’Ambiente Irene Priolo ha annunciato che l’Emilia-Romagna si appresta a richiedere al governo lo stato di emergenza nazionale. «Un’emergenza inedita nelle proporzioni – ha spiegato – sicuramente più severa rispetto a quella già vissuta nel 2017. Stiamo affrontando le difficoltà anche grazie agli interventi attuati negli ultimi anni e nessun territorio ha le ore contate per l’approvvigionamento idropotabile. Ma serve lo stato di emergenza nazionale per mettere in atto immediatamente le azioni necessarie ad affrontare le criticità, a partire da un maggiore rilascio dai grandi laghi a favore del Po, insieme a progettualità di medio-lungo periodo da attuare in tempi celeri: stiamo già lavorando su entrambi i fronti. Ottenere lo stato d’emergenza è fondamentale per la gestione unitaria delle criticità che interessano tutto il bacino del Po, al di là dei confini regionali. Il lavoro da fare è tanto, ma l’Emilia-Romagna non parte da zero. Innanzitutto, perché ha chiari i pilastri su cui fondare la propria strategia: più capacità di stoccaggio, meno perdite di rete e riutilizzo della risorsa idrica depurata. Sono i principi a cui ispira il nuovo Piano di tutela delle acque. Principi che già si rispecchiano negli investimenti previsti a partire dal versante idropotabile, candidati al Pnrr per 197 milioni, ma anche sul fronte irriguo, dove sul piatto ci sono in tutto 605 milioni».


© RIPRODUZIONE RISERVATA