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La tragedia

Sabbione si stringe ai Rabitti Il bar Eden chiuso per lutto

Alice Benatti

	Il personale del 118 intervenuto mercoledì a Sabbione per tentare di soccorrere Virginio Rabitti
Il personale del 118 intervenuto mercoledì a Sabbione per tentare di soccorrere Virginio Rabitti

C’è ancora incredulità per l’incidente in cui ha perso la vita il pensionato. Una delle figlie del 77enne: «La sua famiglia era la cosa cui teneva di più»

01 luglio 2022
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Reggio Emilia «La sua famiglia era la cosa a cui teneva di più». Queste le parole commosse, le poche, che la figlia di Virginio Rabitti si sente di dire alla Gazzetta di Reggio all’indomani della tragedia che mercoledì sera ha strappato alla vita suo padre.
 

Papà di tre figli, il 77enne ha lasciato anche la moglie: quattro cuori spezzati da un incidente a cui ancora non si riesce a dare una spiegazione. Nessuna, almeno, capace di colmare un dolore così grande.


Erano circa le ore 20 l’altra sera quando il 77enne, che viveva nella casa di campagna al numero civico 64, affacciata su via Anna Frank, nella frazione di Sabbione, è stato travolto da un’auto mentre attraversava proprio quella strada per raggiungere, con tutta probabilità, il bar di cui era cliente abituale: l’Eden Cafè.


Alla guida della Renault Arkana, che viaggiava in direzione di Arceto, un giovane che per, forse per l’eccessiva velocità, forse per distrazione (spetterà agli inquirenti stabilire cosa sia effettivamente accaduto), non è riuscito a frenare e ad evitare il violento impatto.


L’anziano ha infatti sbattuto la testa contro il parabrezza, praticamente sfondandolo nella parte del guidatore, ed è poi finito rovinosamente sull’asfalto, morendo sul colpo.

A dare l’allarme al 118 sono state le bariste, che Virginio lo conoscevano bene. Era il cliente del cappuccino ogni mattina, «la persona più squisita del mondo» – dicono.


Il bar, davanti al quale mercoledì sera si sono radunate numerose persone per seguire da vicino i tentativi di soccorso, ieri ha deciso di tenere le serrande abbassate.


«Chiuso per lutto» , la scritta che si poteva leggere sul cartello appeso sulla vetrina del locale.

Senza l’Eden Cafè, quel trafficato pezzo di strada ieri mattina è rimasto deserto, fatta eccezione per le macchine che hanno continuato a sfrecciare sull’asfalto bollente di fine giugno.


Fuori dalla casa di Rabitti, separata da via Frank da un sentiero di ghiaia, c’erano però, seduti in cerchio, i famigliari e i suoi più cari amici. Gli occhi segnati dal pianto, ma nessun grido di rabbia per quanto accaduto all’anziano.


Nel frattempo anche sulla chat di WhatsApp del comitato “Gavasseto si-cura”, popolata da 96 famiglie che vivono nella zona, sono state scritte solo parole di dolore e smarrimento.


«Non si sta cercando a tutti i costi un colpevole – riporta Gabriele Soncini, coordinatore del gruppo – tutti condividono il pensiero che è stata una terribile disgrazia». Anche se – dice – «si ipotizza che l’autista possa essere stato distratto», forse dal cellulare.


Una strada trafficata via Anna Frank, senza banchina laterale, né ciclabile né tanto meno strisce pedonali in prossimità del bar di fronte al quale è avvenuto l’incidente.

Osservando le macchine passare di lì, poi, il limite di 50 km/h ben segnalato dal cartello sembra lontano dall’essere rispettato.


Un problema da tempo segnalato dal gruppo di controllo di comunità “Gavasseto si-cura”, che da tempo controlla anche l’elevata velocità su via Comparoni.


«Ormai Reggio Emilia è pieno di vie così, dove tutti vanno forte – commenta –. L’accadimento di mercoledì è stato drammatico, ha colpito in pieno giorno, in pieno rettilineo, una persona che conosciamo bene. La sua è una delle famiglie storiche del paese».


Virginio Rabitti era infatti molto conosciuto per l’azienda agricola a conduzione famigliare che porta il suo nome.

Soncini spiega che presto in via Frank sorgerà una ciclabile e che proprio il 29 giugno si sarebbe dovuto tenere un incontro con l’assessore, che però è stato rinviato.


«Con le forze dell’ordine devo dire che c’è una stretta collaborazione – sottolinea il coordinatore del comitato – per il momento quello che abbiamo ottenuto è stata la messa in sicurezza delle fermate dell’autobus e i defibrillatori in piazza a Gavasseto e Sabbione».


«Ci sono dei progetti in fase ormai avanzata – conclude – ci saranno sempre cose belle o, come in questo caso, brutte, che prescindono dal lavoro che viene fatto». 


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