Gazzetta di Reggio

Reggio

Ceramica San Valentino: 7 licenziamenti, è sciopero

Ceramica San Valentino: 7 licenziamenti, è sciopero

02 luglio 2022
3 MINUTI DI LETTURA





Adriano Arati

Castellarano Sette operaie destinate a perdere il posto in tempi brevi. Sono dipendenti della ceramica San Valentino, nell’omonima località sui colli di Castellarano, tutte donne, e ieri mattina hanno scioperato davanti all’ingresso dello stabilimento produttivo, affiancate dalle sindacaliste della Filctem, la sigla ceramica della Cgil.

Le trattative proseguivano da mesi, dopo l’annuncio di un piano di licenziamenti da parte della proprietà nella seconda metà del 2021 e l’introduzione di un contratto di solidarietà per le maestranze. Al 30 giugno questa forma di ammortizzatore è terminata, e per le sette persone inizierà la procedura di interruzione del rapporto. Da lì la decisione dello sciopero – al quale hanno aderito le figure coinvolte – promosso dalla Filctem (la rappresentanza sindacale interna ha esponenti di diverse sigle sindacali, le altre non hanno aderito).

«Le procedura di licenziamento riguarda ufficialmente nove persone, ma sembra che due vengano recuperate. Rimangono sette donne, che hanno questo stipendio come unica fonte di reddito, che sono sole, che hanno sviluppato problemi di salute dovuti al loro lavoro pluridecennale in ceramica e che al termine della disoccupazione non sapranno cosa fare», sottolinea la segretaria Filctem Cgil, Erica Morelli. «Avevamo chiesto di proseguire con il contratto di solidarietà, e abbiamo chiesto almeno che si attivino gli ammortizzatori che prevedono percorsi di formazione professionale, ma nulla. Abbiamo ricevuto solo dei no», continua. «Parliamo di donne che sono praticamente abbandonate. Si parla tanto di trattative istituzionali a livello regionale, di rispetto degli accordi, poi ci ritroviamo in questa situazione; la stessa Confindustria si dice d’accordo, poi sostiene la San Valentino nella trattativa». E ora? «Decideremo se proseguire con gli scioperi e le proteste, in tempi brevi. Rimane l’amarezza per il trattamento riservato a queste donne, e non è un caso che si parli di donne», conclude la Morelli.

Ha una prospettiva molto diversa Massimo Nalio, proprietario e presidente della ceramica di San Valentino. «Per me è una sconfitta. Mando avanti questa ceramica da 29 anni, come può farmi piacere lasciare a casa delle persone?», commenta. «In questo momento non ho alcuna alternativa, siamo passati da una prospettiva di oltre venti licenziamenti ai sette odierni, ma su questo non riesco a fare di più, non abbiamo proprio margine alcuno», sostiene. I problemi sono diversi, generali e locali: «Noi produciamo pezzi speciali per i grandi marchi. Ultimamente queste realtà tendono a realizzare in proprio questi prodotti, la richiesta è minore e, in contemporanea, i costi dell’energia e delle utenze sono cresciuti enormemente, come sappiamo», ricorda Nalio. Vi è poi un tema reggianissimo: le pluriennali polemiche legate allo stabilimento che sarebbe dovuto sorgere alla ex Kis di Cadelbosco Sopra. Il titolare dell’operazione era proprio Nailo, «e ora mi trovo con degli investimenti bloccati, anche questo ha inciso non poco». Da lì, la decisione di chiudere un’intera linea produttiva: «Non avevamo altra scelta, l’esubero riguarda oltre venti persone. Abbiamo avviato tutte le procedure e le discussioni di legge e siamo riusciti a trovare il modo di riconvertire le mansioni di tanti dipendenti. Per queste sette donne non è stato possibile. Cosa avrei dovuto fare? Chiudere tutto e lasciare a casa più di cinquanta persone?», afferma. «Si sottolinea il fatto che rimangono a casa delle donne? In un’attività come la nostra il 70% della manodopera è donna, vorrei ricordarlo. Come ricordo che buona parte dei lavoratori non ha aderito allo sciopero, penso che anche questo sia un segnale».