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Adescò una tredicenne, ora lei lo cita per danni

Jacopo Della Porta
Adescò una tredicenne, ora lei lo cita per danni

Dopo la condanna a un anno e due mesi c’è la causa civile

03 luglio 2022
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Reggio Emilia È stato condannato in via definitiva per adescamento di minorenni e ora la vittima si prepara a chiedergli in sede civile una risarcimento per il danno biologico subito.

La vicenda è avvenuta a Reggio Emilia e ha coinvolto un uomo di 51 anni e una ragazza che oggi ne ha 20.

Nel 2016 il reggiano aveva adescato la giovane, che non aveva ancora compiuto 14 anni (un fatto per il quale è prevista un’aggravante).

In tre occasioni l’uomo, dopo aver posto domande del tutto inappropriate alle vittima, aveva cercato di convincerla ad avere un rapporto sessuale con lui.

Uno di questi approcci era avvenuto davanti a una palestra, dove la minore si recava per gli allenamenti. La bambina era entrata nella struttura in lacrime e aveva subito raccontato cosa era accaduto. I genitori, informati dall’allenatrice, avevano prontamente sporto denuncia.

L’uomo è stato condannato in primo grado a Reggio Emilia e recentemente in Appello a Bologna a un anno e due mesi di reclusione con menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziario (fedina penale).

La sentenza è diventata definitiva e pertanto il legale difensore della giovane si prepara a citare l’imputato in giudizio per i danni. L’avvocato D’Andrea si è infatti rivolto al medico legale Giorgio Chiessi, che ha accertato con una perizia il danno biologico che coinvolge la sfera emotiva e relazionale con gli adulti della ragazza.

La vicenda di cui la giovane è rimasta vittima ha avuto un impatto profondo, in particolare è stata minata la fiducia nei confronti degli uomini adulti.

Nel corso del processo l’imputato ha provato a giustificarsi, sostenendo di aver fatto soltanto delle battute (che tra l’altro ha definito normali tra le persone che svolgono la sua professione, cioè quella di camionista). L’uomo ha chiesto alla giovane se era sviluppata, aveva avuto fidanzati con i quali aveva fatto sesso e se voleva avere un rapporto con lui. I giudici hanno ritenuto inconsistente l’argomentazione secondo la quale si sarebbe trattato di “battute”.

La ragazza ha riferito che l’adulto le ha anche lasciato il suo numero di cellulare, offrendosi di darle delle lezioni di sesso.

Ad aggravare la posizione dell’uomo c’è la circostanza che sapeva che la bambina, che all’epoca frequentava le medie, aveva 13 anni. Questo perché l’imputato conosceva la famiglia della bambina.

I giudici hanno inoltre constatato che la ragazza ha fornito una «versione coerente, logica, precisa e circostanziata» dei fatti.

Inoltre, le dichiarazioni della bambina sono state suffragate dai testimoni oculari che hanno visto l’imputato mentre le si avvicinava. L’uomo ha anche ammesso alcuni degli addebiti che gli sono stati rivolti. l

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