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Il Pride colora Villa Levi, oltre ai glitter tanta politica

Ambra Prati
Il Pride colora Villa Levi, oltre ai glitter tanta politica

Cambia la formula: non corteo in centro, ma due giorni di festival a Coviolo. Ieri il taglio del nastro con il sindaco e un dibattito su come cambia la città

03 luglio 2022
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Reggio Emilia Remilia Pride– che nel 2017 ha visto oltre 17mila partecipanti – quest’anno ha cambiato pelle: non più un corteo, ma un festival di due giorni di musica, cultura, politica e divertimento a Villa Levi, a Coviolo, promosso da Arcigay Gioconda in collaborazione con il Comune di Reggio e Villa Levi.

«La location ci è stata generosamente offerta; quando abbiamo organizzato la manifestazione, a primavera, c’erano ancora troppe incertezze legate al Covid – spiega Alberto Nicolini, presidente Arcigay Gioconda Reggio Emilia –. Ci è piaciuta l’idea di rilanciare. Anziché l’evento di un giorno abbiamo preferito raddoppiare: un’occasione di incontro fisico e di dialogo, dopo due anni di distanza davanti a uno schermo. La due giorni offre la possibilità di allestire dibattiti, di riflettere su dove sta andando la città, sui servizi presenti e su come vogliamo incrementarli: vogliamo fare politica con la P maiuscola». Una nuova formula che potrebbe essere ripetuta in futuro. «Speriamo che Villa Levi continui a ravvivare le estati reggiane e che Arcigay abbia modo di rendere questo un appuntamento fisso», prosegue fiducioso Nicolini.

Oltre a una mostra sui momenti salienti del movimento Lgbt italiano realizzata partendo dall’archivio storico di Arcigay Gioconda, il bar, il Genderbeer e due chioschi alimentari alternativi, si sono contati numerosi i banchetti: dallo uno spazio dedicato al commercio naturale (vegano e a km0) ad associazioni come Libera e Amnesty International. Presente pure “La Tenda di Gionata” (genitori cristiani a fianco dei figli arcobaleno): mentre in centro storico il comitato “Beata Giovanna Scopelli” teneva una processione di riparazione per il Pride, un’altra parte del mondo cattolico festeggiava con Arcigay. Infine lo stand degli organizzatori con una marea di gadget: spillette, portachiavi e cavatappi con la scritta “Io sono trans” a borse di tela, quaderni e agende.

Il ricavato delle vendite dei gadget, nonché dell’intero Pride, andrà alla Casa Pier Vittorio Tondelli (intitolata allo scrittore reggiano) per l’accoglienza di persone Lgbt in fuga dalla propria famiglia e dalle comunità di origine, con una serie di servizi di assistenza su base volontaria. È da gennaio che Arcigay sta raccogliendo fondi e l’apertura è prevista per l’autunno: sono quasi una decina le persone in lista d’attesa. «La Casa Tondelli, senza aiuti statali, sarà autofinanziata almeno per i primi due anni: è tutto sulle nostre spalle, per noi si tratta di un grosso sforzo. Anche la Cgil ci sta supportando. Il Pride di Cremona si è impegnato con una donazione importante; evidentemente la serietà del progetto ha convinto gli amici fuori regione – spiega ancora Nicolini – La raccolta fondi è a buon punto, così come i servizi (educatori, volontari che faranno da raccordo con l’ospedale e il sindacato, supporto legale e psicologico). Presto potremo aprire alle persone in lista d’attesa (5) e a quelle in accoglienza privata (3)».

Oltre al taglio del nastro della Casa Tondelli, progetto principale di quest’anno, i piani per settembre di Arcigay sono «rilanciare la nostra attività sconvolta dalla pandemia, promuovere l’applicazione della legge regionale 2019 e portare avanti il tavolo interistituzionale della lotta all’omotransfobia».

L’inaugurazione – padrone di casa Nicolini – si è svolta ieri alle 16 alla presenza dell’assessore alla Partecipazione Lanfranco De Franco, dell’assessore Pari Opportunità Annalisi Rabitti, dei consiglieri regionali Roberta Mori e Federico Amico, per la Provincia Fabiana Montanari (con la figlia e la compagna, anche addetta allo stand gadget) e del sindaco Luca Vecchi, che ha rimarcato come «la città ha fatto un scelta: continuare a spingere il percorso tardivo della lunga marcia dei diritti civili. Siamo all’avanguardia su questo, dobbiamo esserlo anche sullo iu soli».

Una rappresentanza del Gruppo Migranti ha “sparato” i glitter, dando il via alla colorata festa.

A seguire il dibattito “A cinque anni dal REmilia Pride: come sta cambiando la città”, con Nicolini, Cristian Sesena (segretario generale Cgil Reggio Emilia), Cristian Fabbi (presidente Reggio Children), Tony Andrew (referente Gruppo Migranti Lgbt Arcigay), Fabiana Montanari (in qualità di referente per Arcigay all’Osservatorio regionale per il contrasto all’omotransnegatività) e Jacopo Vanzini (referente gruppo trans Arcigay Gioconda). «I diritti sociali vanno di pari passo con i diritti civili: se manca anche un solo tassello, come il lavoro, sarà difficile portare avanti la battaglia del rispetto delle diversità», ha detto Sesena. Fabbi ha sottolineato come, dopo il protocollo siglato l’anno scorso dall’Istituzione Nidi e Scuole dell’Infanzia, anche Reggio Children «si impegnerà, a partire da settembre, a verificare il rispetto dei lavoratori e dei genitori Lgbt: siamo agli inizi. In più, essendo anche casa editrice, promuoveremo la letteratura arcobaleno».

Oggi, seconda e ultima giornata, il programma del festival prevede alle 17 la merenda (con animazione per i più piccoli) delle famiglie omogenitoriali, alla quale prenderanno parte i “Papà per scelta” (Christian De Florio e Carlo Tumino), che presenteranno il loro nuovo libro “Quattro uomini e una stella” in cui raccontano l’esperienza personale e la quotidianità dei genitori di due bambini nati da una maternità surrogata negli Usa. Si proseguirà alle 20 con la stand up comedy di Matteo Fallica e, a chiusura della due giorni, alle 21,30 la festa queer con drag queen e dj “The Greatest Show” di Maîtresse / Histerikə. l