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Saldi partiti in anticipo, la data non piace a tutti

Saldi partiti in anticipo, la data non piace a tutti

Il calendario ha confermato il primo fine settimana di luglio che però è caduto presto. L’incertezza non aiuta

03 luglio 2022
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Reggio Emilia «I saldi a inizio luglio? Non ci piacciono, non rispondono alle esigenze dei commercianti». Cinzia Ligabue, presidente Licom Confartigianato, non nasconde le perplessità nei confronti dell’avvio dei saldi al 2 luglio. Il calendario, regione per regione, ha fissato al primo sabato di luglio la partenza degli sconti, ma il primo fine settimana del mese è caduto in anticipo rispetto all’abituale 4-5 luglio e sarà difficile, con l’attuale incertezza economica, rialzare una stagione moscia.

Nella nostra città la partenza è definita buona. I reggiani, nonostante l’afa irrespirabile, si sono riversati in centro per acquistare quel capo d’abbigliamento o quell’oggetto per la casa che adocchiavano da tempo e che ora si può acquistare al 50%.

Quest’anno è un anno anomalo: non solo perché è il primo post pandemia, ma anche perché lo scoppio di temperature elevate “anticipate” a maggio ha fatto sì che molti reggiani anticipassero anche gli acquisti estivi. Tuttavia la data ha suscitato le critiche di alcun associazioni di categoria, che hanno rimarcato come i negozianti devono ancora riprendersi da un biennio buio.

«I saldi sono uno strumento anacronistico che andrebbe ripensato a fondo – prosegue Ligabue – Di fatto vendite promozionali e sconti si susseguono online e, di conseguenza, anche nei negozi e nel periodo immediatamente precedente i saldi molti clienti entrano, chiedono il prezzo e poi tornano a distanza di qualche settimana per acquistare la merce in saldo. Al 2 di luglio la stagione è ancora molto lunga…».

La presidente Licom prosegue il ragionamento e inserisce dati nuovi: «In questi giorni si parla tanto del Pos e capiamo che la moneta elettronica per i pagamenti è sempre più utilizzata, ma poi ci troviamo a dover fare i conti con la normativa che fa partire i saldi così presto. Quello che andrebbe regolamentata è la concorrenza dell’online, settore in cui fioccano sconti e vendite promozionali senza soluzione di continuità. Anche questo lo abbiamo detto tante volte. Come fa un piccolo commerciante a vivere se vende sempre in sconto?». La domanda di Ligabue ha una risposta scontata: «In questo modo possono prosperare solo i grandi gruppi o le catene, i piccoli negozi di vicinato non ce la fanno. E non è giusto che vengano trattati diversamente dai grandi gruppi del commercio elettronico». l

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