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Siccità sul bacino del Po Il Governo concede lo stato di emergenza

Siccità sul bacino del Po Il Governo concede lo stato di emergenza

Accolta la richiesta avanzata dalla Regione Emilia Romagna Subito in arrivo 10,9 milioni per gli interventi più urgenti

05 luglio 2022
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Reggio Emilia Il governo ha accolto la richiesta dello stato d’emergenza per l’Emilia-Romagna e altre quattro regioni: Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte. Questa la decisione presa dall’esecutivo Draghi a seguito dell’emergenza siccità che sta attanagliando da settimane il nord Italia, in particolare il bacino del fiume Po.

L’accoglimento comporta l’immediato stanziamento di 10,9 milioni di euro che serviranno per realizzare gli interventi più urgenti per contrastare l’attuale situazione. «Un ottimo segnale d’attenzione in tempi brevi – ha sottolineato il presidente della Regione Stefano Bonaccini – al quale, sono certo, seguirà successivamente lo stanziamento degli altri fondi necessari. Serve l’impegno del Paese, anche per un piano nazionale e misure strutturali, e l’Emilia-Romagna è pronta a fare come sempre la sua parte».

Sulla stessa linea il commento del segretario generale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po, Meuccio Berselli. «Un’ottima notizia – spiega – che consentirà di intervenire sulle criticità più evidenti ma che non deve far perdere di vista l’obiettivo di un’azione più ampia di interventi complessivi che tenga conto, perché no, anche di una rimodulazione della destinazione dei fondi del Pnrr. Per quanto mi riguarda, vedo di buon grado la nomina di un commissario, al fine di una gestione centrale che superi i localismi e che guardi agli interessi puntuali. Il quadro che abbiamo davanti ci impone di accelerare sul tema degli invasi e di mettere in campo un sistema performante. Le recenti piogge? Purtroppo hanno procurato più danno che beneficio. L’acqua caduta non è stata tantissima, ha spostato di un solo giorno l’irrigazione ma perlomeno ha contribuito ad abbassare le temperature, che si sono riportate su una più consona media stagionale».

In generale, nonostante le portate del Po sembrino volgere, almeno momentaneamente, a una lenta stabilizzazione, la situazione permane critica sull’intera asta del fiume, dove tutte le sezioni di misura restano in una condizione di “severità estrema”, pur senza peggiorare ulteriormente la loro condizione rispetto la settimana precedente. A Pontelagoscuro, nel Ferrarese, la portata è di poco superiore ai 200 metri cubi al secondo; analoga situazione anche a Piacenza dove, tuttavia, si rileva ancora un deficit di portata molto marcato, mentre a Boretto l’idrometro segna un negativo di 4 metri e 18 centimetri. La stabilizzazione del sistema è in parte anche dovuta ai rovesci che, nelle ultime ore, si sono abbattuti sulla parte alpina del bacino padano, attenuando l’onda di calore che ha generato temperature massime ben al di sopra delle medie di periodo.

Situazione diversificata per i grandi laghi regolati, che beneficiano dell’effetto dei temporali, dello scioglimento dell’ultima neve e purtroppo anche dei ghiacciai, oltre che ai rilasci aggiuntivi dell’idroelettrico alpino. Resta fortemente critica, infine, la stima di risalita del cuneo salino, che permane stazionaria rispetto la settimana precedente, con valori massimi di intrusione stimati fino a 30 chilometri dalla foce.

Sul tema si è espresso anche il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini. «Serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio – dice – senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all'industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante su ambiente e occupazione». l

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