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L’appello

Caro bollette, i sindaci reggiani scrivono al presidente Draghi

Alice Benatti
Caro bollette, i sindaci reggiani scrivono al presidente Draghi

L’allarme dei sindaci reggiani rivolto al Governo per chiedere aiuti: «Non fateci scegliere tra le fatture da pagare e l’aiuto alle famiglie in difficoltà»

06 luglio 2022
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Reggio Emilia L’inflazione non risparmia nemmeno i Comuni, i cui bilanci sono colpiti duro alle voci energia elettrica e gas. Nella nostra provincia non ne risparmia uno, soffrono tutti: dal più grande al più piccolo.

I costi delle utenze sono aumentati del 150% rispetto a quelli standard (si veda ad esempio l’anno 2019). Parliamo di soldi che servono per tenere accesa l'illuminazione pubblica come per riscaldare scuole, palestre e strutture sociosanitarie e che ora pesano come un macigno sulle casse dei Comuni reggiani.

Di fronte a questa situazione ieri da Reggio Emilia è partito un grido di aiuto a 40 voci: quelle dei sindaci (con quelli di Casalgrande e di Reggio come unici assenti), che attraverso una lettera indirizzata al premier Mario Draghi hanno chiesto ulteriori risorse (finora gli aiuti del governo hanno coperto soltanto il 10% del caro-bollette) per sopperire ad aumenti che valgono dai 30 a 40 euro per ciascun cittadino reggiano.

Se prendiamo come esempio i poco più di 14mila cittadini del comune di Rubiera, i rincari valgono al Comune oltre mezzo milione di euro in più da sostenere.

«La situazione rischia di diventare disastrosa – commenta il sindaco Emanuele Cavallaro, che presiede anche l’Anci di Reggio Emilia – i Comuni sono tenuti a garantire servizi pubblici essenziali, il cui tenore e standard è dettato da precise norme nazionali: le temperature nelle scuole o nelle palestre, i “lumen” da garantire per l’illuminazione pubblica. Insomma se nelle case private le persone possono decidere di tenere il riscaldamento al minimo per provare a risparmiare qualcosa, nelle scuole e nelle palestre ma anche nelle case protette dobbiamo rispettare i limiti previsti dalle legge. Su questo fronte siamo “ingessati” perché a differenza delle aziende che hanno facoltà di cambiare le compagnie fornitrici di gas e luce, noi abbiamo delle forniture e quelle restano. Nemmeno possiamo chiedere rateizzazioni né aumentare le tasse in corso d’anno, e del resto non sarebbe giusto nei confronti dei cittadini».

Per dare qualche cifra: a Rubiera nel primo trimestre 2022 i consumi di gas di una palestra scolastica sono passati da 12.400 euro di media pre-Covid a 27.564 euro.

Quelli di un plesso di scuola elementare, invece, da 9.500 a 21.100 euro.

Se guardiamo poi al totale complessivo delle fatture (sempre relative al primo trimestre) di gas, si parla ora di 265.250 euro contro i 119mila euro di spesa consolidata.

«Il rischio concreto – continua il presidente di Anci Reggio Emilia – è quello di non avere abbastanza risorse a bilancio per far fronte alla fatture. Per pagare le bollette ci è stata data la possibilità di usare gli avanzi di amministrazione, dunque i risparmi messi da parte l’anno precedente, ma non tutti i comuni li hanno dopo due anni di pandemia e in ogni caso, in questo modo, si sottrarrebbero risorse a manutenzioni e altri lavori».

Per semplificare: se questi soldi nelle disponibilità del Comune saranno usati per pagare luce e gas poi, magari, non si riuscirà a sistemare la buca in una strada.

Ma la preoccupazione più grande, come sottolineano i sindaci nella missiva per il governo, è che «l’onda d’urto a cui assistiamo è di portata tale da mettere a repentaglio, semplicemente, le attività essenziali», più che mai necessarie in vista di un autunno difficile che dovrebbe al contrario vedere potenziata la capacità di spesa nei settori sociali.

«Ci aspettiamo che i prossimi mesi saranno difficili per le famiglie più in difficoltà – chiosa Cavallaro – quindi si apre il tema di trovare le risorse necessarie per servizi sociali e interventi di solidarietà. Ci ritroveremmo quindi a prendere decisioni francamente inaccettabili perché non dovremmo scegliere fra pagare le bollette o aiutare le famiglie in difficoltà».

«Fra l’incudine e il martello», come scrive a conclusione di un post su Facebook.

Poi il commento all’emendamento al dl aiuti, a prima firma Roberto Pella (Forza Italia), approvato nelle commissioni alla Camera, che permette ai municipi di usare gli incassi delle multe contro i rincari di luce e gas: «Un rimedio artigianale che oltre a non essere simpatico non è nemmeno risolutivo».

Per Cavallaro «il prossimo inverno rischia di essere davvero ingestibile» e il rischio, a queste condizioni, è anche quello di « rendere improbabile riuscire a fare il bilancio di previsione del prossimo anno». l