Gazzetta di Reggio

Reggio

La protesta

Sciopero massiccio dei tassisti: «No alla liberalizzazione»

Luciano Salsi
Sciopero massiccio dei tassisti: «No alla liberalizzazione»

La presidente del Consorzio Taxi di Reggio Emilia, Lorenza Savarese: «Vogliamo continuare a garantire tariffe certe»

06 luglio 2022
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia È stata massiccia l’adesione dei tassisti reggiani allo sciopero nazionale di 48 ore proclamato da tutte le organizzazioni della categoria. Sono 56 quelli che vi hanno partecipato nelle giornate di martedì e di ieri, pur garantendo il servizio minimo essenziale alle fasce deboli, cioè ai disabili, agli anziani e agli ammalati. Solamente cinque tassisti non hanno aderito. Gli inevitabili disagi sono stati tollerati dalla clientela. «I cittadini – riferisce Lorenza Savarese, presidente del consorzioTaxi Reggio Emilia – hanno dimostrato di comprendere le ragioni della nostra protesta. Una persona a cui avevo rifiutato la chiamata s'è limitata a rispondere: pazienza, prenderò l'autobus».

Due tassisti reggiani hanno partecipato martedì a Roma alla manifestazione nazionale indetta dagli aderenti alle principali organizzazioni, tra cui Cna Fita, Confartigianato, Uri, Sna Casartigiani, Filt-Cgil e Ugl. Non hanno aderito i noleggiatori con conducente (Ncc). La protesta è rivolta contro l'articolo 10 del disegno di legge che prevede la liberalizzazione del trasporto pubblico non di linea. In questo modo il servizio verrebbe aperto a Uber e alle altre multinazionali che, proponendosi come intermediarie su piattaforme digitali, riuscirebbero facilmente a impadronirsene. I tassisti temono di essere tagliati fuori da una concorrenza che offrirebbe alla clientela un vantaggio apparente, dietro il quale si celerebbero un peggioramento qualitativo, una minore sicurezza e tariffe variabili.

In Italia il trasporto pubblico non di linea è un lavoro autonomo, ma che svolge un servizio pubblico sottoposto al controllo dei comuni, che stabiliscono le tariffe. Quelle in vigore nella nostra città sono state fissate nel 2017. Sono differenziate per i giorni feriali, i festivi e gli orari notturni, fra le 22 e le 6. Prevedono lo scatto iniziale, da 3,50 a 4,50 euro, la chiamata a domicilio, da 1,50 a 2,30, il costo per ogni chilometro di percorrenza, da 1,30 a 1,70 euro, la corsa minima, da 6 a 8 euro, l'incremento per l'allontanamento oltre il sesto chilometro, da 1,50 a 1,70, e la sosta, che si paga 27 euro all'ora. Vi sono prezzi fissi, da 6,50 a 14 euro, per le tratte brevi più frequentate. «Ci fermiamo – dicono i tassisti – perché vogliamo difendere il nostro lavoro da chi vuole distruggere il trasporto pubblico. In conseguenza della liberalizzazione verrebbe eliminato l’obbligo di servizio. Così si creerà il disservizio. Corse poco remunerative potranno essere rifiutate. Quindi non si potrà viaggiare oppure si dovrà pagare il triplo. Verrebbero poi soppressi i turni di dieci ore, che garantiscono la sicurezza del cliente e la continuità del trasporto. Sarebbero introdotte tariffe soggette alle leggi di mercato, variabili a seconda delle condizioni meteo, delle richieste di corse e delle logiche di business. Vogliamo continuare a garantire tariffe certe e controllate. Le multinazionali mirano solo al loro vantaggio».l