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«Siamo lefebvriani». È scisma

Adriano Arati
«Siamo lefebvriani». È scisma

La comunità di Casalgrande Alto: «Non siamo vincolati alla giurisdizione della Chiesa La Curia: «Atto univoco scismatico. Rifiutano ogni contatto e confermano la rottura»

06 luglio 2022
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Casalgrande «Un atto univoco di orientamento scismatico», di rottura con la Chiesa. Si inasprisce sempre più il distacco fra la comunità di Casalgrande Alto, che dal 2021 ospita le messe in latino e i percorsi educativi dal sacerdote tradizionalista don Alberto Crescimanno, modenese incardinato nella diocesi di Isernia-Venabro, affiancato poi dal bresciano don Andrea Maccabiani. Attività partite senza che la diocesi reggiana fosse informata. Poche settimane la Curia ha ribadito la distanza dalla comunità, ricordando come le cerimonie fossero fuori dalla comunione ecclesiale e invitando i fedeli a prestare attenzioni. Ora arriva la replica della comunità stessa, la Cittadella della Divina Misericordia di Casalgrande Alto, che con una mail alla Curia ha esplicitato la propria estraneità dalla Chiesa e la vicinanza al mondo del francese Marcel Lefevbre, icona del mondo tradizionalista contrario alle riforme del Concilio Vaticano II, a lungo in conflitto con la chiesa cattolica sino alla scomunica. «Mentre esprime il doveroso rispetto per tutte le autorità civili e religiose, nella libertà del proprio cammino, si deve precisare che la nostra comunità non è più dipendente da coloro che pure riconosce come legittimi Pastori della Chiesa. Essa, infatti, si ispira convintamente ad una delle Comunità internazionali nate dall’opera eroica di monsignor Lefebvre, denominata “Resistenza”, secondo la tradizione dottrinale, liturgica e pastorale che in essa si conserva: di conseguenza non può più essere considerata giuridicamente vincolata alla giurisdizione dell’attuale Gerarchia», precisano i componenti della Cittadella. «La nostra comunità ringrazia l’eccellentissimo Ordinario del luogo per aver offerto a noi e agli abitanti del territorio l’occasione per un appropriato discernimento, certamente necessario per evitare fraintendimenti, a vantaggio di tutti». Una rottura secca, di cui la Curia ha preso atto attivando i percorsi canonici del caso. «Pur non firmato da persone identificate – afferma la Curia – il testo dichiara il rifiuto di ogni legame con i pastori e della comunione con i membri della Chiesa, costituendo dunque un atto univoco di orientamento scismatico da parte di soggetti che hanno costituito un centro di interessi in Casalgrande Alto. Benché gli stessi siano stati richiamati al rispetto della comunione ecclesiale, gli animatori di tale realtà hanno pervicacemente rifiutato ogni contatto e, anzi, si confermano nella rottura con la Chiesa. Sono pertanto attivate le opportune procedure canoniche. Come già ripetutamente comunicato, i fedeli sono invitati ad astenersi dal partecipare ad incontri e celebrazioni promosse dal centro».l


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