«Ciao Marcello, ci mancherai»
Un ponte di dolore unisce la città del Tricolore e il Napoletano, dove è cresciuto Esposito. La direzione dell’ospedale si stringe alla famiglia: «Eri umile, disponibile e curioso»
Reggio Emilia «Non doveva andare così». L’incredulità si mescola al dolore nel ricordare Marcello Esposito, il 40enne che domenica si è schiantato in moto appena uscito dalla galleria del Bocco in direzione Castelnovo Monti.
Incredulità e dolore che accomunano amici e familiari in un abbraccio senza confini.
Operatore sanitario all’ospedale Santa Maria Nuova, Esposito si è trasferito a Reggio da Vico
Equense dov’è nato per poi costruire legami in diverse fasi della sua vita a Torre Annunziata, in provincia di Napoli. «Ti ho davvero visto nascere – racconta su Facebook un’amica – bello da sempre. Sei per me il fratello minore. La vita con i suoi eventi ha diviso le nostre strade. Sei diventato Uomo già 28 anni fa. Fiera e orgogliosa di quello che hai costruito assieme alla tua ragazza e poi moglie. Non ci sono parole, non doveva andare così».
A Reggio i familiari si stringono intorno alla moglie, con cui era sposato dal 2014. Il matrimonio ha donato alla famiglia tre figli. «Non ci sono parole – aggiunge su Facebook un’altra persona cara all’operatore sanitario – per me era un altro figlio. Sono distrutta per il dolore. Ciao Marcello, figlio mio».
La notizia della scomparsa riporta alla mente degli amici i momenti felici trascorsi insieme. «Che infanzia abbiamo trascorso», ricorda un amico. «Grandissimo amico d’infanzia», aggiunge un secondo, che ritrova in sé «ricordi indelebili».
Amici e familiari fanno quadrato e si congiungono in un silenzioso abbraccio. «Non ci posso ancora credere: che tragedia», assicura un amico. La famiglia descritta da più parti come «bellissima» riceve tantissimi messaggi di condoglianze da amici e anche colleghi reggiani.
«Un bravissimo ragazzo e un ottimo collega», tributa sui social una collega. «Ti ricordo sempre sorridente e gentile», rimarca una seconda voce. «Condoglianze vivissime alla famiglia in questo momento di immenso dolore – specifica un’altra testimonianza reggiana –. Ciao Marcello che la terra ti sia lieve e che i tuoi bimbi e tua moglie raccolgano le forze con l’aiuto di tutti, che sentano tutto il bene che hanno attorno. Proteggili sempre».
La direzione dell’ospedale ricorda Esposito con una nota. «Nel ricordare Marcello, la prima cosa che è venuta in mente è stata la sua gentilezza – si legge nel testo – e la sua delicatezza nel relazionarsi ad utenti in difficoltà, ponendosi in ascolto senza mai risultare invadente o prevaricante».
L’operatore sanitario lavorava alla Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Reggio. Aiutava persone in contesti di riabilitazione intensiva dando loro una speranza e una prospettiva. «La sua capacità di sdrammatizzare con un sorriso anche gli eventi più tragici ha aiutato in molte occasioni il gruppo di lavoro e i pazienti a superare momenti impegnativi – ricordano i vertici dell’Ausl di Reggio Emilia –. Il suo intuito e la sua capacità di empatia, unitamente all’esperienza maturata in molti anni di lavoro in contesti difficili, gli permettevano di sintonizzarsi facilmente con la sofferenza legata alla malattia mentale e di fornire un aiuto efficace».
La direzione si stringe al dolore della famiglia e riconosce in Esposito «la sua umiltà, la disponibilità a mettersi in discussione e la curiosità, tutte doti che gli hanno permesso una continua crescita professionale». L’umanità del quarantenne emergeva dall’armonia al lavoro, come ricordano i vertici. «È stato un collega prezioso, capace di creare un clima sereno e accogliente all’interno del gruppo di lavoro – ribadisce la direzione –. A tutti mancherà immensamente».
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