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Bandi e carenza di medici infiammano il dibattito politico a Reggio Emilia

Gabriele Farina

	L’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale San Sebastiano di Correggio
L’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale San Sebastiano di Correggio

Botta e risposta tra Cgil, Cisl e Uil e il sindaco Luca Vecchi

07 agosto 2022
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Reggio Emilia I sindacati attaccano, il sindaco Luca Vecchi risponde, il Partito socialista italiano (Psi) rilancia. Tutti concordano su un punto: il modello della sanità reggiana va ripensato.

L’approfondimento dedicato dalla Gazzetta alle carenze tra i camici bianchi apre un dibattito tra istituzioni. «Occorre andare velocemente oltre ai bandi di gara per la copertura temporanea di personale medico per l’emergenza – la ricetta di Cgil, Cisl e Uil Reggio Emilia – poiché presentano rischi che abbiamo già avuto modo di evidenziare. Inoltre, occorre pensare a una riorganizzazione che porti a una più diffusa prossimità dei servizi».


I tre sindacati confidano nei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e giudicano «non sufficiente» la stabilizzazione dei precari attuata dalla Regione. «In sede di Conferenza territoriale socio-sanitaria stiamo lavorando insieme a Ausl, Provincia ed enti locali a proposte per uscire da questa crisi – ribadiscono i sindacalisti – ma servono anche azioni e scelte politiche forti da parte della Regione e dal Governo nazionale in materia di modelli assistenziali e di rafforzamento del Fondo sanitario nazionale».

Per Vecchi è fondamentale «uno sguardo bifocale» per agire nel breve e nel medio termine. «Da un lato dobbiamo continuare ad offrire risposte pragmatiche, che non sono pezze, ai bisogni delle nostre comunità garantendo gli standard di qualità a cui la nostra sanità pubblica è abituata – dice il sindaco –. La sanità pubblica ci ha portato fuori dal Covid molto meglio che in altri contesti territoriali italiani, ma lo ha fatto pagando prezzi altissimi di stress professionale e organizzativo che non va sottovalutato. Dall’altro, quindi serve aprire un percorso strategico, di medio termine, da fare in modo partecipato, coinvolgendo tutti gli attori, sindacati in primis, valorizzando il ruolo istituzionale della conferenza socio sanitaria, in cui progettare la sanità del futuro, nei suoi servizi territoriali, nella centralità delle case di comunità, affrontando tutti i temi: dai medici di famiglia all’esigenza di in un investimento progressivo su tutte le risorse umane presenti in sanità».

La federazione reggiana del Psi ricorda i casi dei pronto soccorso di Scandiano e Correggio per chiedere di «programmare interventi sull’intero sistema sanitario provinciale e regionale».
I socialisti propongono di creare gli “Stati generali della sanità pubblica reggiana”, coinvolgendo le altre forze politiche. «Noi ci rendiamo disponibili a discutere e a proporre percorsi che possano essere condivisi – sottolineano gli esponenti del Psi reggiano –, ma non possiamo essere gli unici a dire che così la sanità reggiana non funziona».