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Una discarica a cielo aperto in via Sforza

Alice Benatti
Una discarica a cielo aperto in via Sforza

Divano, materasso, televisori e pattume sulla strada

07 agosto 2022
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Reggio Emilia Una “discarica” a cielo aperto in via Sforza a Reggio Emilia. Seppur ristretta ad alcuni numeri civici, è purtroppo una realtà nel quartiere Santa Croce, di cui solo ieri sulla Gazzetta abbiamo immortalato un altro “angolo” di degrado: il sottopasso di porta Santa Croce (utilizzato come gabinetto pubblico), il cui odore acre di urina è ormai diventato insopportabile per i cittadini che lo attraversano a piedi o in bicicletta per raggiungere via Roma o, in direzione contraria, viale Ramazzini.

Poco distante dalla scala che occorre scendere per percorrerlo, nell’area prespicente il centro culturale Tempio ospitato al numero civico 7, i resti di un grosso divano (sopra i quali sono stati abbandonati tappetini per auto, un ventilatore, un seggiolone, una coperta e dei vestiti) giacciono accanto al cartello di Iren che, ironia della sorte, invita il cittadino proprio a non abbandonare i rifiuti. «Utilizza la stazione ecologica», si legge sopra. Ma a nulla è servita la direttiva.

Dietro il cartello (come si può vedere anche nella foto sopra), è appoggiato invece lo “scheletro” di quello stesso divano mentre sulla recinzione che delimita il marciapiede di via Sforza c’è un materasso matrimoniale ben visibile dalla strada. Ai suoi piedi anche alcuni sacchi di immondizia, “mollati” lì da qualcuno che non ha nemmeno voluto prendersi il disturbo di lasciarli dai cassonetti (seppur pieni, va detto) posizionati a una distanza di soltanto pochi metri.

Anche nella “lingua” di prato ormai ingiallita che porta all’ingresso di alcuni degli appartamenti del cosiddetto condominio “Colosseo” purtroppo trionfa la sporcizia.

Per finire, due televisori sono appoggiati sul marciapiede accanto al portone di ingresso al numero civico 5.

Stefano Buffagni, portavoce del comitato “Ascoltare Santa Croce”, che su Facebook raggruppa oltre 760 persone, conferma che «il problema dei rifiuti abbandonati nel quartiere esiste» e lo riconduce a una causa principale: «A Santa Croce c’è una marea di affitti in nero».

«Senza un regolare contratto d’affitto – dice Buffagni – non si può usufruire di certi servizi e, ad esempio, non si possono richiedere i cestini per la raccolta porta a porta».

Ma – si spinge oltre – «c’è anche la maleducazione della gente, che non si prende la briga di andare all’isola ecologica». Secondo il portavoce del comitato «serve un intervento più profondo, a partire dal controllo delle residenze che non viene fatto».

E aggiunge: «Speriamo che le fototrappole aiutino a identificare chi non si comporta nel modo corretto».

A giugno il consiglio comunale ha infatti approvato una mozione del Pd per l’installazione di fototrappole per il contrasto all’abbandono dei rifiuti. E anche Santa Croce avrà le sue.