Gazzetta di Reggio

Reggio

Villa Minozzo

Il ricordo di Osvaldo e Jean


	La lapide che ricorda i minozzesi fucilati sul muro del cimitero
La lapide che ricorda i minozzesi fucilati sul muro del cimitero

Celebrato il sacrificio dei giovani uccisi dai nazisti nell’estate 1944

07 agosto 2022
3 MINUTI DI LETTURA





Villa Minozzo Due giovani, un italiano e un francese, uniti in un tragico destino: persero la vita nella drammatica estate del 1944. Un evento che sarà ricordato oggi a Villa Minozzo.
«Alto, biondo, con gli occhiali, venne scambiato dai nazisti per un soldato inglese con documenti falsi. Fu ucciso e il suo corpo fu posto su un carro da campagna, sotto il sole, per quattro giorni, con il divieto di seppellirlo».

Così il sindaco Elio Ivo Sassi racconta, anche in veste di presidente provinciale dell’Associazione liberi partigiani italiani - partigiani cristiani, la tragica fine del minozzese Osvaldo Caselli, 22 anni, studente di Medicina, fucilato il 30 luglio 1944.

Lui, caporale dell’esercito entrato nelle formazioni partigiane delle Fiamme verdi da appena un mese, e gli altri caduti di Minozzo in quella drammatica estate di 78 anni fa, sono stati celebrati alle 11 di domenica 7 agosto, con una messa nell’antica pieve, cui faranno seguito gli interventi di Sassi e di Alessio Mammi, assessore regionale all’agricoltura. Si concluderà con un omaggio floreale e con la benedizione alla lapide dedicata alle vittime di quel rastrellamento.         

«Abbiamo commemorato anche Jean Dabrinville – spiega Elio Ivo Sassi –, ventenne francese arruolato dai tedeschi come autista ma che, alla prima occasione, si era aggregato ai partigiani ed era stato mandato a combattere in Appennino. Fu ammazzato nelle stesse ore di Osvaldo Caselli, con cui si era conosciuto e aveva stretto amicizia. Nel luogo della sua fucilazione, a Ponte Sponda, poco dopo La Pioppa, lungo la via principale per Villa, alcuni anni fa abbiamo collocato una croce alla memoria».


Durante quella rappresaglia «furono inoltre fucilati, il 4 agosto, nei dintorni del camposanto – continua il primo cittadino – altri quattro abitanti di Minozzo, Luigi Milani, Davide Albertini, Riziero Albertini e Carlo Attolini, nonché Armando Dallari e Leonildo Dallari di Maro, Castelnovo Monti. Durante le giornate precedenti, sempre in zona, erano stati trucidati altri minozzesi, Vittorio Martinelli, Giuseppe Razzoli, Antonio Marazzi, Pellegrino Antichi, Lealdo Croci e Telesforo Costoli, oltre a Nello Cotti di Carniana e ad Italina Vacondio di Reggio Emilia».   

La lapide che li ricorda, sul muro esterno del cimitero, rievoca anche lo stesso universitario Caselli e altre tre persone catturate nello stesso rastrellamento e poi scomparse in luoghi di deportazione, Guido Tacchini, Pietro Farioli e Florindo Farioli.


La manifestazione, oltre che dal Comune e da Alpi-Apc, dal locale centro studi Fiamme verdi, da Anpi e da Istoreco, è accompagnata dalle note musicali del corpo bandistico di Villa Minozzo.       

Hanno aderito l’Unione montana, gli Usi civici di Minozzo, il Gruppo alpini villaminozzesi, la Croce verde, la Federazione italiana volontari della libertà, l’Arcipretura minozzese, l’Associazione carabinieri, il Museo della Repubblica di Montefiorino e Villacultura.