Gazzetta di Reggio

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Emergenza cani

«Situazione drammatica: bisogna intervenire subito. Quei pascoli sono speculazione»


	Le pecore al Bargetana (Foto A. Chierici)
Le pecore al Bargetana (Foto A. Chierici)

Duro il presidente del Parco: «Commessi reati ambientali»

07 agosto 2022
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Villa Minozzo «La situazione è drammatica come non è mai stata, in questo momento è un’emergenza: questi cani, a differenza degli anni scorsi, aggrediscono al di là della difesa del gregge. Una cosa mai successa». Il presidente del Parco dell’Appennino tosco-emiliano, Fausto Giovanelli, non fa giri di parole per descrivere la situazione e per sottolineare quanto sia urgente intervenire: lui stesso venerdì ha scritto al prefetto.


Ma cosa ha condotto a questa emergenza, per Giovanelli è chiaro. «C’è una questione a monte non meno rilevante – sottolinea – e non è di questa mattina: è il fatto che i pascoli vengano utilizzati per una forma non di pastorizia, ma di sfruttamento dei contributi europei, che noi abbiamo messo a fuoco e che noi consideriamo impropria, a dire poco. E già in passato, alla stesso soggetto, la Regione ha dato e poi revocato contributi. Lo stesso soggetto che oggi pretende l’applicazione di una clausola dei patti agrari a questa forma di fittanza di beni degli Usi civici. Ma questi sono beni demaniali in uso alle popolazioni locali e non sono soggetti alle regole di fittanza tra privati. Ed è arrogante mandare mille pecore quando consideriamo concluso a novembre scorso il contratto. È una evidente forzatura della volontà degli Usi civici».
Il riferimento, nello specifico, riguarda gli Usi civici di Febbio. È con la precedenze composizione che si è dato avvio a questo tipo di contratti. In seguito, gli stessi Usi Civici sono stati commissariati dal Comune di Villa Minozzo. E nel novembre scorso, il commissario aveva avuto modo di comunicare all’imprenditore udinese titolare del gregge presente sul Crinale la conclusione del contratto di fittanza. Comunicazione, però, a cui l’udinese ha risposto coi fatti: mandando sul Crinale i suoi animali.


«E il ricorso agli avvocati certamente non impressiona il Parco Nazionale – chiarisce Giovanelli riferendosi alla reazione dell’imprenditore allo stop ricevuto –. Qui ci sono reati contro l’ambiente: quegli animali hanno pascolato in una zona ad alta protezione. E devo dire, che se non ci fosse dietro tutto questo, per un pascolo fuori zona non abbiamo mai gridato al lupo, ma questa non è una questione di pastorizia e turisti: questi non sono pastori, ma siamo di fronte, secondo me, a un tentativo di speculazione su un territorio che è un bene demaniale, in uso collettivo. Questa cosa va fermata. Noi non siamo contrari ai pascoli, ma devono rispettare le regole». Giovanelli ha parlato con alcuni degli aggrediti ed è andato a vedere di persona la situazione. «Quei cani sono pericolosi. Siamo nel cuore del Parco, vicino al Rifugio Battisti, in una zona frequentata moltissimo. Se tenessero il gregge a una ragionevole distanza dai sentieri non succederebbe niente. Invece è una situazione fuori controllo. Mi auguro che si attivi un presidio subito al Passo di Lama Lite e che, successivamente, le carte bollate facciano il loro corso».


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