Gazzetta di Reggio

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Aemilia

Otto fatture false per 231mila euro. Condannato Giglio, assolti gli altri tre

Tiziano Soresina

	Scagionati Zangari, Floro Vito e Vulcano
Scagionati Zangari, Floro Vito e Vulcano

Scagionati Zangari, Floro Vito e Vulcano

09 agosto 2022
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Reggio Emilia Con una condanna e tre assoluzioni si è chiuso in due momenti (tre imputati sono stati giudicati con rito abbreviato all’udienza preliminare e il quarto con rito ordinario) in tribunale a Mantova una costola della maxi inchiesta Aemilia.

Al centro del procedimento otto fatture (del valore di 231mila euro) emesse nel 2013 dalla società “Trasmoter srl” (dedita al trasporto di merci su strada, con sede a Mantova e poi fallita nel 2014) nei confronti di una ditta di metalli, considerate dagli inquirenti del tutto fasulle.

Fatture per operazioni inesistenti, come dimostrano alcuni aspetti: i documenti fiscali erano stati tutti emessi per cessioni di rottami ferrosi sebbene la Trasmoter si occupasse di trasporti, i documenti poi erano risultati incompleti, infine le fatture erano state tutte saldate dalla ditta destinataria e a seguito di quei pagamenti (con bonifici bancari) avvenivano immediaati prelevamenti in contanti o disposizioni di bonifici ad altre società riconducibili a Giuseppe Giglio. Proprio quest’ultimo – calabrese 54enne, figura di primo piano del clan ’ndranghetista emiliano, ora collaboratore di giustizia – ha ammesso in Aemilia il sistema milionario delle false fatturazioni, anche attraverso la Trasmoter che di fatto gestiva a suo piacimento (come confermato anche da una dipendente di Gigli stesso).

Il pentito, difeso dai legali Luigi Ligotti e Santino Foresta, nell’udienza preliminare con rito abbreviato davanti al gup Gilberto Casari è stato condannato a 1 mese e 10 giorni di reclusione (che vanno a sommarsi ai 6 anni di carcere già applicati al 54enne dalla Corte di appello di Bologna per altri reati).

Sempre nella stessa udienza preliminare con rito abbreviato sono stati invece assolti altri due calabresi: Gianni Floro Vito (44enne, residente a Cadelbosco Sopra, difeso dall’avvocato Giuseppe Migale Ranieri) e Mario Vulcano (43 anni, tutelato dall’avvocatessa Marilena Facente).

Il gup Casari ha ritenuto che in aula non siano stati forniti “significativi elementi probatori – scrive nella sentenza – che comprovino che gli stessi fossero, alla pari di Giglio, amministratori di fato della Trasmoter srl”.

Successivamente, nel processo con rito ordinario, è stato assolto pure il quarto imputato, cioè il 50enne Valter Zangari (d’origine crotonese, ma residente a Montecchio) che formalmente appariva amministratore della Trasmoter.
In realtà l’azienda era completamente controllata da Giglio, come emerso chiaramente in aula.

Oltre alle ammissioni di Giglio, anche la sua impiegata è stata molto chiara: «La Trasmoter è formalmente rappresentata da Zangari, cugino di Giglio, ma tale società è stata creata da Giglio ed è lui che la dirige».

Lo stesso pm Giulio Tamburini ha chiesto l’assoluzione per Zangari.
«Le dichiarazioni di Giglio sono evidenti ed inequivocabili – dice l’avvocatessa Raffaella Pellini che con il collega Paolo Melli difende il 50enne – e quanto emerso si inserisce in una serie di situazioni giudiziarie relative a Zangari che farò valere in altri procedimenti per scagionarlo».