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Ambiente e salute

Gli ecologisti: «Meno cemento, più parchi»

Gabriele Farina

	Un evento di Fridays For Future a Reggio Emilia
Un evento di Fridays For Future a Reggio Emilia

Legambiente spinge per incentivare il trasporto su gomma e ferro

10 agosto 2022
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Reggio Emilia Entrare nelle scuole per pianificare il cambiamento. È la sfida lanciata dalle attiviste ambientaliste del laboratorio Aq16 di Reggio Emilia.


A interpretare il sentimento del gruppo Sara Marzolino, ex organizzatrice reggiana del movimento globale Fridays For Future. Il movimento capeggiato a livello internazionale dall’attivista svedese Greta Thunberg ha interrogato le coscienze dei potenti a livello planetario.
I cambiamenti sperati a livello mondiale non sono arrivati e il tema ambientale risulta spesso in secondo piano. Eppure, scienziati di fama globale ne secondo certi: il futuro dell’uomo sul pianeta è letteralmente nelle nostre mani.

«Dobbiamo fare un cambio di prospettiva – avverte Marzolino – perché non possiamo più permetterci di inquinare in questo modo».
L’attivista legge con preoccupazione i dati dell’Agenzia regionale prevenzione, ambiente ed energia dell'Emilia-Romagna (Arpae) sull’ozono. In sintesi, dal 2015 a Reggio Emilia e provincia sono stati superati i valori obiettivi di 25 superamenti medi al triennio che l’Agenzia indica«al fine di evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana o per l’ambiente nel suo complesso».

Un tema su cui le associazioni ambientaliste da anni chiedono un cambio di passo. Oltre a Fridays For Future, con regolarità Legambiente tira la giacchetta alla politica. «La situazione di inquinamento cronico della Pianura Padana sia invernale sia estivo che minaccia la nostra salute ci impone radicali trasformazioni – la posizione di Legambiente –. In particolare, è la mobilità con motori a combustione che incide in modo importante sulla produzione di ozono. Dunque, occorre che si acceleri il percorso di trasformazione verso un sistema di spostamenti più sostenibili, rafforzando il trasporto ferroviario, quello pubblico locale e la mobilità elettrica».

Sul tema prendono posizione anche le attiviste del laboratorio reggiano. «C’è bisogno di meno cemento e di più parchi – aggiunge Marzolino –. Occorre attuare un approccio di ecologia politica, che andrebbe fatta coinvolgendo le comunità e le associazioni ambientaliste in un processo di pianificazione popolare. Occorre creare un piano urbano per vivere la nostra città, coinvolgendo le scuole, le associazioni, i centri sociali, la cittadinanza».

Da anni il movimento globale dei “Venerdì per il futuro” pone all’attenzione il legame tra le azioni dell’uomo e i cambiamenti climatici. L’attivista reggiana insiste sul punto, partendo dagli esempi locali.

«Le alluvioni che abbiamo subito in un recente passato ci dimostrano che i cambiamenti climatici non sono un fenomeno lontano – ammonisce la giovane –, ma sono a casa nostra e ci colpiscono da vicino. Lo stesso discorso si può fare con la siccità di questi giorni».
La domanda resta attuale: come intervenire? «È importante combattere la cementificazione – aggiunge Marzolino – e rivitalizzare gli spazi al posto di cementificarli. Bisogna ripensare gli spazi, rendere i trasporti pubblici gratuiti e ripensare alle forme di energia, creandone di nuove e meno impattanti».

Le richieste alla politica si accompagnano al desiderio di un cambiamento a suon di idee, nate da chi è per definizione più fervido: i giovani. «La scuola è il primo luogo in cui è possibile produrre il cambiamento – sottolinea Marzolino –, educando gli studenti a formare nuovi strumenti per affrontare il mondo. Servono spazi nelle scuole per mobilitare le coscienze e accendere la “miccia” del cambiamento».

Un cambiamento che poi possa essere diffuso a tutti livelli, a partire dalla vita politica nel senso greco del termine: la vita della città. L’ultimo appello è dunque rivolto a chi può intervenire per primo sulle leggi che riguardano l’ambiente. «I politici devono comprendere che bisogna creare un processo di pianificazione – conclude l’attivista –, coinvolgendo allo stesso modo i giovani, i lavoratori e tutte le persone che vivono la città».