Minorenne clandestino sul tir
Alla guida un pakistano con patente falsa
Novellara Nel corso di un controllo della circolazione, una pattuglia del reparto di polizia stradale della polizia locale dell’Unione Bassa Reggiana ha proceduto a verificare i documenti di guida del conducente di un autocarro che transitava a Novellara sulla via Provinciale Nord: sono risultati falsi. Inoltre, sul mezzo viaggiava un minorenne connazionale senza documenti.
L’uomo, di origine pakistana, ha esibito agli agenti una patente di guida apparentemente rilasciata dalle autorità pakistane. Al documento mancavano alcuni elementi presenti invece nei modelli legalmente emessi dalle autorità preposte. Sono quindi scattati gli accertamenti. La consultazione di alcune banche dati internazionali, dove sono presenti gli specimen di migliaia di documenti, hanno permesso di accertare che risultava sprovvista di un elemento ottico variabile (Ovi), presente invece sul modello originale. Sono impressi con un inchiostro di sicurezza, che ha la particolarità di cambiare colore in base alla rifrazione della luce alla quale è esposto, e che non può essere riprodotto da altri inchiostri o metodi stampa. Quindi, per quella patente è scattata l’analisi tecnica accurata da parte di personale dell’Ufficio falsi del corpo, che effettuava ulteriori accertamenti, eseguiti tramite la strumentazione tecnica in dotazione (microscopia ottica, esame alla luce ultravioletta, esame a luce infrarossa). Il documento infine è risultato non essere genuino, difforme dal modello originale in diversi elementi, ma comunque idoneo a ingannare. È stato quindi sottoposto a sequestro penale e il conducente denunciato per il possesso e l’uso di un documento falso.
Ma non è la sola irregolarità riscontrata.
A bordo dell’autocarro era presente un ragazzo di nazionalità pakistana, risultato sprovvisto di documenti di identità. Dai rilievi fotodattiloscopici eseguiti con la collaborazione della compagnia carabinieri di Guastalla, emergeva che è un minorenne. Il minore riferiva agli agenti di essere giunto in Italia poche settimane prima, da solo, in cerca di lavoro, e di non avere nessun parente stretto in Italia. È stato quindi affidato a una comunità.