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Ruba una bicicletta ma è subito bloccato


	Una fase della direttissima davanti al giudice Giovanni Ghini
Una fase della direttissima davanti al giudice Giovanni Ghini

Il 36enne dice di essere divorato dal crack: «Basta, mi disintossico in comunità»

12 agosto 2022
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Reggio Emilia Divorato dal crack, droga pericolosa ricavata dalla cocaina attraverso processi chimici. Una storia di tossicodipendenza emersa ieri in tribunale nella direttissima – per il furto di una bicicletta – che coinvolge il disoccupato 36enne Andrea Bonanno.


Ne parla lui apertamente, rendendosi conto che così non può andare avanti e annuncia di voler intraprendere un percorso di disintossicazione in una comunità (in Calabria da cui è originario). Bonanno arriva in aula intontito e a poche ore da quanto combinato in piazzale Marconi. Come ricostruito dalla polizia, intorno alle 4.50 è accucciato fra le rastrelliere e con un tronchese spezza una delle due catene con cui è legata una bicicletta celeste. Poi se ne va, per tornare poco dopo per completare l’opera, tranciando la seconda catena ed impossessarsi della bici. Ma non va lontano, perché viene bloccato dagli agenti. In tribunale ammette il furto e l’avvocato difensore Matteo Iotti si oppone all’obbligo di firma richiesto dalla pm Piera Giannusa perché ciò blocca l’accesso alla comunità del suo assistito. Di parere diverso il giudice Giovanni Ghini che applica la misura cautelare. Si torna in aula il 3 novembre.