Sparò all’auto che non si fermò all’alt. La Procura archivia le accuse
L’agente provinciale era accusato di tentato omicidio
Novellara Aveva esploso un colpo di arma da fuoco durante un controllo, mentre indagava su un caso di uccellagione nelle campagne del Bettolino. Il proiettile, esploso da un agente della polizia provinciale, è passato a 40 centimetri circa dal conducente dell’auto e si è fermato a pochi centimetri dalla bombola del gas Gpl. Ne era scaturita una denuncia penale per i reati, tra gli altri, di tentato omicidio. Ora la notifica della Procura che ha archiviato le accuse.
I fatti risalgono all’ottobre del 2020. A raccontarli è l’avvocato Gabriele Pignagnoli, che rappresenta l’anziano alla guida dell’auto, oggi 75enne.
«Verso le 10 il mio assistito si trovava nel suo cortile di casa, in proprietà privata e, come tutti i giorni, stava salendo in auto per recarsi a casa del figlio a Campagnola, in vista del pranzo. In quel momento, due agenti della polizia provinciale, senza nessun mandato, sono entrati nella sua proprietà e gli hanno chiesto conto di un’automobile abbandonata nei pressi della sua abitazione, che tuttavia era di un altro proprietario – racconta –. La faccenda sarebbe finita lì, ma gli agenti, insospettiti da cinguettii provenienti da un capanno nel cortile del mio assistito, gli hanno intimato, con fare autoritario, di aprire il cancello per poter vedere cosa c’era dentro». «Di fronte al rifiuto del mio assistito – prosegue l’avvocato – che aveva già iniziato le manovre per uscire dal cortile, lentamente e senza mettere in pericolo gli agenti, uno di loro si è posizionato davanti al cofano del mezzo, ha estratto la pistola dalla fondina e l’ha puntata contro il viso del mio assistito, che era disarmato e non ostentava un atteggiamento aggressivo. L’agente gli ha intimato di fermarsi, urlandogli: “Sta fermo o sparo”. Credendola una mera prepotenza del pubblico ufficiale, il mio assistito non ha creduto alla fondatezza della minaccia, rispondendo ironicamente: “E allora spara”. Spostando lievemente la mira, l’agente ha effettivamente sparato. Il proiettile ha infranto il parabrezza anteriore, è passato a 40 centimetri circa dal corpo del conducente dell’auto, ha trapassato lo schienale del sedile del passeggero anteriore, conficcandosi nello schienale del divano posteriore, arrestandosi a pochi centimetri dalla bombola del gas Gpl alloggiata nel baule dell’auto. Si sarebbe potuta verificare l’esplosione della vettura, con ogni drammatica conseguenza sia per il mio assistito che si trovava a bordo, sia per gli abitanti delle diverse abitazioni che si affacciano sulla medesima area cortiliva, inclusi numerosi minori, ma altresì per i due agenti».
«A quel punto – va avanti – l’agente si sarebbe scansato ed avrebbe sarcasticamente detto al conducente che avrebbe potuto tranquillamente andarsene se avesse voluto, e questi, in comprensibile stato di shock emotivo innescato dallo sparo, si è messo effettivamente in marcia. La polizia provinciale lo ha seguito, richiedendo l’intervento dei carabinieri di Novellara che lo hanno in breve fermato per resistenza a pubblico ufficiale, sequestrando la vettura e sottoponendolo ad una accurata perquisizione domiciliare».
Per l’avvocato Pignagnoli lo sparo da parte dell’agente avrebbe potuto costituire una fattispecie di tentato omicidio «essendo assolutamente abnorme, sconsiderato e sproporzionato, oltre che del tutto immotivato e incredibile anche soltanto a volerlo immaginare, in quanto potenzialmente portatore di terribili conseguenze: sia lo sparo in sé, sia il rischio di esplosione dell’auto nel caso il proiettile avesse perforato la bombola del Gpl. Oltretutto, da quell’episodio così traumatico il mio assistito, già cardiopatico, ha sofferto per molto tempo di insonnia e attacchi di panico».
Per il sostituto procuratore titolare dell’indagine, invece, la condotta dell’agente, pur costituendo effettivamente fattispecie di reato di condotta violenta e minacciosa, non sarebbe perseguibile in ragione del «tenue danno e offesa arrecati, alla limitata capacità offensiva, al momento isolato di perdita di controllo e lucidità da parte dell’agente che ha sparato, al dolo d’impeto non premeditato, al dolo solo eventuale nel caso di esplosione dell’auto o altro», come si legge nelle motivazioni della richiesta di archiviazione contro cui l’avvocato presenterà opposizione. «Prendo atto con estrema sorpresa – conclude – del fatto che la Procura ritenga non penalmente perseguibile per “particolare tenuità del fatto” la condotta di un agente in servizio armato che, senza alcun motivo di salvaguardia della propria o dell’altrui incolumità, né proporzionale a ragioni di servizio o di indagine, esplode un colpo con la propria arma d’ordinanza a pochi centimetri da un anziano indifeso e spaventato».