Per la Sall di Cavriago nuovo stabilimento e ambizioni di grande crescita
L’azienda si è trasferita in via dei Prati Vecchi: al taglio del nastro i vertici della casa madre Justrite
Cavriago Un nuovo stabilimento, più grande di quello precedente, per tenere il passo con le ambizioni di crescita, anch’esse notevolmente maggiori rispetto al passato.
La Sall di Corte Tegge di Cavriago ha inaugurato venerdì scorso la nuova sede di via dei Prati Vecchi 37.
L’azienda, specializzata nella progettazione e nella realizzazione di attrezzature e sistemi per la movimentazione e lo stoccaggio industriale in sicurezza per il personale e l’ambiente, ha acquisito uno spazio di 23mila metri quadri (che in passato ospitava la Comer).
Il trasloco dalla sede storica di via dell’Industria è avvenuto a luglio, mentre nei giorni scorsi il cambiamento è stato ufficializzato con una cerimonia.
A Corte Tegge lavorano 83 persone, mentre l’azienda ha anche un altro stabilimento produttivo in Romania con 95 dipendenti.
Al taglio del nastro hanno partecipato i vertici della multinazionale americana Justrite Safety Group (che nel 2017 ha acquisito l’azienda reggiana), tra cui il ceo e presidente del gruppo Ankush Kumar.
Nel suo discorso, il manager americano ha posto un obiettivo molto alto alla Sall: «Crescere di tre volte in tre anni». In seguito, intervistato, ha aggiunto: «Vogliamo trasformare questo marchio leader in un marchio globale. Avere uno stabilimento più grande è il primo passo per espandere Sall ulteriormente».
Crescere è l’obiettivo di qualsiasi azienda, ancora di più per una realtà come Justrite, la cui proprietà è un fondo di private equity, che ha tra i propri scopi quello di acquisire imprese con ampi margini di sviluppo, per poi realizzare delle plusvalenze.
Nel 2015 l’azienda cavriaghese aveva 60 dipendenti e un fatturato di 12 milioni, secondo quanto era stato dichiarato all’atto dell’acquisizione da parte della multinazionale.
In questi anni la crescita è proseguita in modo molto marcato. Nel 2020 Justrite ha deciso di spingere sull’acceleratore e integrare ancora di più Sall nel proprio progetto: a tale scopo si è affidata a un nuovo management, guidato dal ceo Andrea Leonardi, un ingegnere con una solida formazione manageriale internazionale.
Nel 2021 Sall ha chiuso il bilancio con 21 milioni di fatturato, mentre quest’anno punta i 25. Eppure, se dovrà rispondere alle aspettative della casa madre, dovrà fare molto di più. «Al momento la quota export rappresenta il 9% del nostro fatturato – ha detto Leonardi –. Dunque, è chiaro che sarà questo un aspetto nel quale dovremo crescere. Il cambio del management, prima, e il nuovo stabilimento, ora, sono tappe di questo processo. Avere uno stabilimento modernamente organizzato serve a supportare il passaggio dalla nostra storica cultura artigianale a quella dei processi industriali su larga scala».
Potenziare l’export è, anche, un modo per mitigare il “rischio paese”, visti gli scenari non entusiasmanti che molti intravedono per i prossimi mesi, tra costi energetici e delle materie prime alle stelle e incertezze geopolitiche. Da questo punto di vista il ceo americano Kumar ha fatto sfoggio di tranquillità. «Justrite c’è da più di 100 anni (è stata fondata nel 1906, ndr) e Sall da 50. Quando si parla di business si deve oltre le sfide di breve periodo». Una sicurezza che deriva anche dal fatto che la multinazionale è presente in ogni area del globo e serve numerosi mercati. Pertanto, il ceo è più focalizzato «sulle occasioni di crescita» che continueranno a presentarsi.
Sall, fondata nel 1975 come società di lavorazioni metalliche, dai primi anni ‘80 ha compiuto un salto organizzativo e qualitativo grazie allo sviluppo di una gamma di prodotti per la tutela dell’ambiente.
Nel 1989 la grande richiesta di contenitori per lo stoccaggio interno e per la movimentazione dei materiali, insieme alla domanda di soluzioni per il contenimento di liquidi pericolosi, ha spinto l’azienda a trasferirsi nella precedente sede di via dell’Industria. Nel 2005 Sall ha avviato anche una linea dedicata allo stoccaggio esterno per grandi volumi di sostanze pericolose, inquinanti e infiammabili.
Le normative dei diversi Paesi obbligano le imprese a stoccare e movimentare merci e prodotti rispettando determinati parametri di sicurezza e l’impresa di Corte Tegge offre soluzioni adeguate.
La multinazionale americana Justrite opera a livello globale nello stesso settore.