«Salvato dal gioco di squadra»
Dieci giorni fa un 25enne colto da malore era stato soccorso con il defibrillatore. Mamma e sorella: «Il suo cuore si è fermato. Ora è fuori pericolo grazie agli amici»
Reggio Emilia «Mio fratello si è svegliato ed è fuori pericolo». Lo racconta la sorella (in dolce attesa) del 25enne di Cadè che dieci giorni fa, ancor prima di iniziare una partita amatoriale al parco del Naturone di Cadè, si era accasciato al suolo, prontamente soccorso dagli amici che avevano recuperato e usato il defibrillatore. Il giovane era finito in Rianimazione in coma farmacologico. Dopo giorni di ansia e di preoccupazione il 25enne è stato trasferito nel reparto di Cardiologia.
«È ancora confuso e non ricorda nulla di quel lunedì sera – prosegue la sorella seduta accanto alla mamma – però risponde agli stimoli, riconosce le persone e ha ripreso a parlare. Gli esami neurologici hanno dato esito negativo: per i medici sarà possibile un pieno recupero».
Quanto accaduto è stato un fulmine a ciel sereno per i familiari. «Ci siamo spaventati tantissimo... Tra l’altro a me mancano tre settimane al parto». Il 25enne viene descritto come «un ragazzone in salute: si è sottoposto alle visite medico-sportive con regolarità per il calcio (ha giocato nel Cavriago e nel Sant’Ilario), due anni fa si è anche sottoposto a un check-up completo per scrupolo: pareva tutto a posto».
Quindi cos’è accaduto? «L’unica certezza è che il suo cuore si è fermato per qualche secondo. La prima diagnosi è stata aritmia maligna: un malore non prevedibile che può colpire gli sportivi, come è capitato a Christian Eriksen (il calciatore danese salvato in campo dopo un attacco cardiaco agli Europei, ndr). La dottoressa di Cardiologia dice che devono dare un nome e cognome alla disfunzione cardiaca mai emersa in precedenza. Difatti ora sarà sottoposto a una serie di esami specialistici».
Questi giorni sono all’insegna della contentezza per i familiari e la fidanzata, che lo veglia al Santa Maria Nuova. Madre e sorella hanno voluto dire grazie gli amici. «Tutti i dottori hanno ribadito che l’intervento degli amici è stato fondamentale. Chi ha chiamato il 118, chi ha praticato la respirazione bocca a bocca, chi ha atteso l’ambulanza in strada: all’allenatore ho detto che hanno fatto un gran lavoro di squadra. Non finiremo mai di ringraziarli».
I compagni di squadra condividono il sollievo. «È stato un piccolo miracolo». E lunedì scorso si sono ritrovati nello stesso parco. «Abbiamo deciso di partecipare al campionato amatori e soprattutto di frequentare un corso Dae per l’abilitazione all’utilizzo del defibrillatore: è davvero uno strumento salvavita. Crediamo che questa storia possa sensibilizzare altre persone».