Gazzetta di Reggio

Reggio

Alluvione di Brescello

Protesta alla presidente del tribunale perché l’udienza è slittata di varie ore

Ambra Prati
Protesta alla presidente del tribunale perché l’udienza è slittata di varie ore<br />
<br />

Il sindaco Elena Benassi: «Più rispetto». Il comitato: «Serve un’accelerazione»

30 settembre 2022
2 MINUTI DI LETTURA





Brescello «Spiace dover constatare che un processo di questa importanza, che coinvolge centinaia di parti civili, decine di avvocati e che ha visto convocati decine di testimoni, non abbia avuto una udienza dedicata come inizialmente stabilito». Questo lo sfogo della sindaca di Brescello, Elena Benassi, che ieri mattina ha atteso con pazienza l’inizio dell’udienza del processo per l’alluvione di Lentigione. La protesta dei lentigionesi, tramite i legali delle parti civili, è stata segnalata alla presidente del tribunale Cristina Beretti.

Si è trattato di un inizio con polemica, per uno dei processi più attesi dell’anno. Cos’è accaduto? È accaduto che ieri l’udienza era stata programmata per le 9.30: la giornata doveva essere dedicata ai testimoni dell’accusa, e in tanti si sono presentati di buon mattino. Senonché il giudice Giovanni Ghini ha deciso di smaltire prima altre nove udienze: da qui lo slittamento di ore, senza un orario certo di inizio. Alla fine, alle 14, si è aperto il dibattimento; ma a quell’ora tante persone, venute apposta dalla Bassa, se n’erano già andate. Tra queste la sindaca e i rappresentanti del Comitato cittadino alluvione Lentigione, che hanno espresso amarezza per «l’ingorgo» che per forza di cose ha provocato rallentamenti e ha spostato al pomeriggio il processo.

«A marzo – ha affermato Benassi – era stato stabilito che vi sarebbe stata un’udienza dedicata, e invece, a sei mesi di distanza, ci troviamo davanti a questa situazione, che evidenzia una totale mancanza di rispetto delle parti e dei ruoli. Sottolineo la gravità dei fatti perché qui c’è un’intera comunità e il tema trattato è un pezzo di storia importante della nostra regione».

Pollice verso anche da parte del presidente del comitato, Edmondo Spaggiari, e del segretario del comitato, Lorenzo Bianchi, doppiamente delusi perché solo ieri hanno appreso che, essendo testimoni, non possono assistere alle deposizioni altrui per non esserne influenzati. Rimasti in attesa per ore, si sono sfogati. «Abbiamo aspettato sei mesi: oggi avrebbero dovuto essere sentiti tutti i testi dell’accusa, invece non c’è stato il tempo e temiamo un rinvio di altri sei mesi», hanno detto i due. Difatti la prossima udienza è stata fissata al 19 e 20 gennaio 2023. «In Italia tutti i processi durano all’infinito. Però sono già passati cinque anni: dovremo attendere altri cinque anni? Alle nostre assemblee partecipano anziani, anche ottantenni, il cui unico augurio è di vivere abbastanza a lungo per assistere alla sentenza. Serve una accelerazione».