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Massarini: «Il vero impatto del Black Friday sarà sulle vendite online»

Massarini: «Il vero impatto del Black Friday sarà sulle vendite online»

Il presidente di Confcommercio Reggio Emilia: «Possibili danni per i negozi»

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Reggio Emilia Abbassare (i prezzi) per far crescere (i ricavi). È la logica alla base del “Black Friday”, il venerdì nero che inizierà ufficialmente il prossimo 25 novembre ma che è già partito, e continuerà fino al 30 novembre, sia nei negozi sia in rete.

I margini di crescita sul nostro territorio sono notevoli e Reggio Emilia ne sa qualcosa. Ad attestarlo è Confimprese, che ha pubblicato il nuovo Osservatorio nazionale sui consumi.

Dall’ottobre del 2021 al mese scorso i reggiani hanno speso l’11,5 per cento in più. Un valore ben superiore sia alla media regionale (più 2, 8 per cento) sia a quella nazionale (3, 5 per cento).

Un riferimento che rappresenta il secondo migliore in tutta Italia, dopo il più 12,4 fatto segnare a Lecco. I consumi a Bologna crescono dell’8,6 per cento, a Parma del 3,2 per cento, a Modena del 2,6 per cento.

Nella graduatoria non compare il territorio di Ferrara. Ravenna è sulla linea di galleggiamento (più 0,2 per cento), a Piacenza (meno 1,3 per cento), Rimini (meno 2,5 per cento) i numeri sono in ribasso. Va ancora peggio a Forlì-Cesena, quintultima a livello nazionale con un meno cinque per cento.

Quanto può impattare il “venerdì nero”? Tanto, almeno nel settore della moda. Per i ricercatori del Centro studi di Confimprese, il 68,2 per cento delle famiglie si orienterà verso gli acquisti di vestiti e accessori.

Più cauto il giudizio di Davide Massarini, presidente di Confcommercio Reggio Emilia. «È difficile stimare quali saranno le incidenze sul scontrino medio in questo clima d’incertezza anche per i consumatori reggiani – spiega Massarini –. Il Black Friday è un’opportunità più da piattaforma online e da centri commerciali che da negozi di prossimità».

In tal senso, il presidente di Confcommercio Reggio Emilia sottolinea come il “venerdì nero” abbia un forte impatto in rete. Non a caso, saranno applicati forti sconti anche il lunedì successivo, giorno 28 novembre, nel cosiddetto “Cyber Monday”.

«Stimiamo che la metà dei reggiani approfitterà degli sconti del “Black Friday” e del “Cyber Monday” per acquistare i regali di Natale – aggiunge Massarini – mentre, la restante parte si dividerà tra gli indecisi e in minima parte su chi non li acquisterà. Questo appuntamento avevamo già stimato lo scorso 2021 fosse in favore quasi per l’ottanta per cento degli acquisti online».

Insomma, non tutti gli sconti luccicano e nemmeno portano benefici allo stesso modo a ogni commerciante. «Passando quindi dall’online all’on-land, il “Black Friday” è un fenomeno che attira nei negozi delle città consumatori a caccia dell’affare in vista della stagione natalizia – assicura il presidente di Confcommercio –. Le stime sui volumi di vendita non vanno lette però solo in positivo perché le promozioni in piena stagione, alle porte del Natale, danneggiano soprattutto quegli operatori dei negozi multi-brand che sacrificano una marginalità».

Gli osservatori del Centro non sono entusiasti sui margini nel breve periodo. «Il mese di ottobre chiude ancora in positivo – avverte Mario Maiocchi, direttore del Centro –, ma rispetto a settembre rallenta di oltre sei punti percentuali. Segno che l’instabilità internazionale e l’inflazione ai massimi storici dal 1983 influiscono sulla propensione all’acquisto degli italiani. Inoltre, un divario del 6,4 per cento rispetto ai livelli pre pandemia, evidenzia come i mercati siano volatili e non permettano previsioni ottimistiche per i prossimi mesi.

I venditori al dettaglio manifestano preoccupazione e l’ulteriore indebolimento del quadro congiunturale emerso dagli ultimi dati Istat non fa presagire un cambio di rotta nei prossimi trimestri».

I dati dell’Osservatorio sono chiari. I consumi di Reggio Emilia sono cresciuti dell’11,5 per cento dall’anno scorso, ma rispetto al 2019 c’è un calo dello 0,9 per cento. Sulla lunga distanza, la nostra provincia è 24ª in Italia.

Peggio fa l’Emilia Romagna, fanalino di coda tra le regioni del nostro Paese con il meno 6,9 per cento di consumi tra il 2019 e il 2022. Al vertice opposto il Lazio (più 9,2 per cento).