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Stop al reddito di cittadinanza: a rischio 148 progetti reggiani

Gabriele Farina
Stop al reddito di cittadinanza: a rischio 148 progetti reggiani

Sono 841 i potenziali beneficiari per le iniziative utili alla collettività previste nella nostra provincia

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Reggio Emilia «Stop, stop, stop». Per tre volte il premier Giorgia Meloni dice basta al reddito di cittadinanza.

«Dobbiamo eliminare un sussidio immorale per tutti quelli che sono in condizioni di lavorare», specifica il presidente del Consiglio.

Da quando? Sei mesi dopo l’adozione della legge di bilancio, ovvero giugno 2023. A settembre 2022, erano 7.058 i residenti della provincia a percepire la misura di contrasto alla povertà con un importo medio mensile percepito dalle 3.537 famiglie interessate di 504,29 euro, secondo dati Inps.

Meloni ribadisce quanto espresso nel programma di Fratelli d’Italia, ovvero il superamento della misura introdotta nella passata legislatura. Con una precisazione: a chi è considerato “occupabile”, ovvero in grado di trovare lavoro, sarà tolto l’assegno mensile, attribuito a livello familiare.

Un passaggio dal reddito di cittadinanza al lavoro può avvenire attraverso i Puc: progetti utili alla collettività. Il ministero del Lavoro li censisce con la piattaforma per la gestione del Patto per l’inclusione sociale (Gepi).

L’impatto sul territorio reggiano è presto detto. Alle 15,40 di sabato scorso, nel Reggiano erano indicati 841 potenziali beneficiari per 148 progetti attivi o da attivare addirittura entro il 2024.

A Reggio Emilia l’Ausl aveva a disposizione una platea di 58 beneficiari su cento richiesti per le sedi vaccinali fino al 31 dicembre 2022.

A Scandiano sono richieste 93 figure per 18 progetti differenti, di cui appena uno (“Intrecci di comunità”) faceva combaciare la domanda con l’offerta. Molto più ridotto l’impatto su Correggio, con otto figure per quattro progetti. A Casalgrande è aperta la caccia a 102 percettori con 15 attività.

Non scherza Castellarano con 61 posti richiesti in nove progetti per i beneficiari. Rubiera ne ricerca 46 per cinque progetti, tutti dal giugno 2023 in avanti.

A Guastalla scadono invece nel 2022 i tre progetti con tredici beneficiari previsti. A Sant’Ilario continueranno fino al 2023 i sei progetti attivati con cinquanta potenziali beneficiari.

Il 31 dicembre 2022 si conclude l’unico progetto attivo a Cadelbosco Sopra con due potenziali beneficiari.

A Montecchio la frontiera torna il 2023 per sei progetti dal numero massimo di 22 percettori della misura. Cinque progetti, ma una platea più ampia (35) a Castelnovo Monti, mentre sono quattro per due progetti i potenziali beneficiari a Bibbiano.

A Cavriago ricercati (entro il 2023) 14 beneficiari per quattro progetti. Tre per sei beneficiari complessivi i progetti a Bagnolo.

Stesso numero di progetti a Reggiolo (24 potenziali beneficiari), Castelnovo Sotto (cinque), Fabbrico (sei), Rio Saliceto (otto), Vezzano (venti), Canossa (sei), Villa Minozzo (tredici). A San Martino in Rio previsti due progetti per quattro beneficiari, a Gualtieri ne sono attivati altrettanti per undici.

Sei le iniziative per 48 potenziali percettori sia a Baiso sia a Viano. Cinque i progetti a Boretto per venti potenziali percettori.

Poker di iniziative a San Polo (14 beneficiari richiesti), Campegine (venti, con un progetto a scadenza a fine 2024), Casina (nove).

Due i progetti i a Rolo (quattro figure richieste), un’unica occasione a Gattatico (per due beneficiari), Brescello (sei), Campagnola (due), Carpineti (tre), Toano (sei) e Vetto (due).

Zero le iniziative attive ad Albinea, Luzzara, Novellara, Poviglio, Quattro Castella e Ventasso.