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Viaggio a Cadè. «Ci vuole coraggio per usare la ciclabile»

Ambra Prati
Viaggio a Cadè. «Ci vuole coraggio per usare la ciclabile»

Andrea Govi: «Vorrei usare la bici, ma è una corsa ad ostacoli. Basterebbe poco»

28 novembre 2022
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Reggio Emilia «Ci vuole coraggio per definire questo percorso dissestato una pista ciclabile». Andrea Govi, 44 anni, è un padre di famiglia che ha appena ristrutturato l’abitazione di proprietà a Cadè. «Non so se sia stata una mossa intelligente: qui le case valgono sempre meno». Andrea si muove volentieri in bicicletta, «per fare un giro con i bambini o anche solo per comprare il pane o il giornale: devo andare a Cella. A mio rischio e pericolo».

Con il residente percorriamo il tratto di marciapiede rialzato: una sorta di percorso avventura, un su e giù pieno di crepe e di erbacce. Innanzitutto, per chi proviene da Reggio, all’ingresso della frazione la pista ciclabile è presente solo sulla sinistra, sul lato della gelateria Nona Strada e della pizzeria Love. «Dall’alta parte i pedoni e i ciclisti devono stare nella stretta striscia ghiaiata tra la carreggiata e il canale». Dopo l’incrocio, a causa di un edificio in ristrutturazione, la cui impalcatura incombe sulla via Emilia, è impossibile passare: un pakistano in bicicletta, turbante e pettorina di sicurezza, che arriva pedalando da Gaida, in questo punto è costretto a scendere sulla via Emilia, guardandosi intorno con circospezione.

Quando le abitazioni diventano più rade si apre un tratto di pista ciclabile – sempre su un unico lato – più ampio e arioso, per un breve tratto protetto dalla via Emilia da una siepe. «È l’unico pezzo che non fa venire voglia di scappare: basta una siepe per sentirsi meglio...». Pochi metri, poi la siepe scompare e rimane un piccolo cordolo lato auto e una staccionata in legno lato campi. «Non è il materiale ideale: il legno ha bisogno di cure continue, difatti è già marcio. Ho segnalato che i traversini cadevano, per collasso, sulla ciclabile: li hanno tolti, ma non sostituiti. Non c’è alcuna protezione. Bisogna solo sperare che le persone alla guida delle auto non perdano il controllo». l

Am.P.

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