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“Arcade”: il segno di rinascita per le donne operate al seno

Gabriele Farina
“Arcade”: il segno di rinascita per le donne operate al seno

L’Ausl premia Ester Franco, Gaia Peterlini e Maria Alda Spaggiari

05 dicembre 2022
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Reggio Emilia Il nome ricorda i videogiochi degli anni Settanta e Ottanta: Arcade.

Da domenica la scritta è un segnale di vicinanza in più per le donne operate al seno seguite nell’ambulatorio dell’ospedale Santa Maria Nuova.

L’Ausl di Reggio Emilia ha infatti premiato con tre assegni di cinquecento euro le tre vincitrici del concorso “Fuori le idee” con cui si proponeva di rinominare lo spazio posto all’interno del Centro oncologico ed ematologico di Reggio Emilia (Core).

Il concorso aveva un montepremi di 1.500 euro. Sono state inviate all’Ausl 142 proposte. Le vincitrici a pari merito sono Ester Franco, Gaia Peterlini e Maria Alda Spaggiari.

Le tre hanno proposto lo stesso nome (Arcade, appunto) per indicare il nuovo ambulatorio multidisciplinare del Core. Lo spazio vedrà operare infermiere specializzate con una formazione specifica nella dermopigmentazione.

La tecnica simile a un tatuaggio consente di riprodurre la cute rimossa da un intervento al seno denominato mastectomia. Il termine “dermopigmentazione” è riprodotto sia nell’ambulatorio sia nel nome scelto per il concorso.

Arcade è l’acronimo con cui indicare “areola capezzolo dermopigmentazione”. «Il nome Arcade rappresenta la fine di un doloroso cammino – si legge in una delle motivazioni – che però porta a una rinascita e a una nuova consapevolezza di sé, in quanto persona e in quanto donna».

In inglese, “arcade” significa “arcata” e il nome può indicare anche le gallerie in cui erano posizionati i videogiochi.

Vi è un’origine ben più antica: Arcade è il re mitologico dell’antica Grecia da cui prese il nome l’Arcadia, celebrata da Virgilio e ripresa nel Rinascimento italiano.

Arcadia dunque come rinascita. «Terra idealizzata, citata anche nelle opere di Virgilio, in cui gli abitanti vivono in pace e armonia con loro stessi e con il territorio che li circonda – proseguono le motivazioni –. Terra che, seppur immaginaria, ognuno sogna di conoscere prima o poi. L’ambulatorio Arcade nello stesso modo è per le donne guarite dal tumore al seno, un luogo ideale in cui ritrovare pace e serenità dopo un doloroso cammino».

Un cammino in cui le donne seguite dal personale dell’Ausl reggiana possono ricevere assistenza in diverse tappe. Oltre all’ambulatorio inaugurato ieri, fanno parte dei percorsi le diagnosi precoci, le cure oncologiche innovative e la ricerca continua.

«L’approccio è sicuro e offre benefici psicologici, grazie a un impatto apprezzabile dal punto di vista estetico». Così la dottoressa Monica Guberti, responsabile dell’unità di ricerca specifica della direzione Professioni sanitarie e presidente di commissione del concorso, descrive la tecnica a disposizione nell’ambulatorio.

Il montepremi del concorso è il frutto delle donazioni raccolte da otto associazioni di volontariato operanti nel settore: Senonaltro, Andos Reggio Emilia, La Melagrana, Fondazione Vittorio Lodini per la ricerca in chirurgia, Lilt di Reggio Emilia, Associazione prevenzione tumori Guastalla, Amici del Dh oncologico Guastalla e Il giorno dopo.

«Questa tecnica è presente in pochi ospedali in Italia e sinora le donne avevano l’unica possibilità di rivolgersi a privati, al di fuori dalle strutture del servizio sanitario – conclude Guberti –. Dal 2019, invece, è inserita nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), quindi gratuita, ed è l’ultimo tassello del percorso clinico-assistenziale».

Il direttore generale dell’Ausl Cristina Marchesi ha ringraziato i partecipanti.