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«Un ponte con l’Albania per i malati di tumore»

Serena Arbizzi
«Un ponte con l’Albania per i malati di tumore»

Centinaia al bocciodromo Tricolore per la festa dell’indipendenza. «La metà degli albanesi arrivati qui ora sono cittadini reggiani»

08 dicembre 2022
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Reggio Emilia Un ponte tra Reggio Emilia e l’Albania per aiutare gli ammalati di tumore e offrire loro la possibilità di cura.

È una delle tante iniziative che organizza la comunità albanese di Reggio Emilia, che la scorsa settimana si è ritrovata al Bocciodromo tricolore di via Agosti per festeggiare l’indipendenza della nazione balcanica, ma anche l’orgoglio di essere cittadini reggiani. Un’occasione in cui la comunità albanese, composta, fra città e provincia, da oltre 7.000 persone, si è ritrovata, rievocando sia la dichiarazione d'indipendenza dell’Albania dall’Impero ottomano, firmata il 28 novembre 1912 a Valona, sia l’innalzamento della prima bandiera albanese il 28 novembre 1443 a Kruja.

«Celebriamo la nostra festa per l’indipendenza dell’Albania insieme ai nostri connazionali radunati in un’altra associazione – spiega Hai Maze presidente di Shqiponja, che significa “aquila” –. Sono presidente da quasi sei anni e soprattutto negli ultimi tre stiamo realizzando un’iniziativa che riteniamo molto importante. Stiamo portando qui gli ammalati di tumore, soprattutto i bambini, i giovani dall’Albania, con l’aiuto della popolazione albanese e, qui, del sindaco Luca Vecchi, sempre vicino alla nostra comunità. Qui a Reggio Emilia, la metà degli albanesi sono diventati cittadini italiani».

La storia di Hai Maze rispecchia quella di tanti connazionali arrivati in Italia alla ricerca di una vita migliore. «Sono arrivato qui 27 anni fa, con il gommone come tanti altri albanesi. Inizialmente sono approdato a Bari, poi mi sono trasferito a La Spezia, in seguito a Parma e, dopo un anno, ho predisposto i documenti necessari. Il tempo è trascorso velocemente: qui in Italia ho tutto ciò che potessi desiderare e vorrei ringraziare gli italiani per come mi hanno accolto e mi hanno sempre aiutato. In questi anni, infatti, mi sono sempre stati vicini. Ora lavoro in un’azienda di Langhirano, un prosciuttificio. Nel tempo libero compio attività per la nostra associazione che conta una settantina di membri. In realtà, molte più persone ruotano intorno alla nostra realtà che, come si vede dalla festa, ha raccolto centinaia di persone».

L’associazione, oltre alla festa dell’indipendenza dell’Albania, organizza un altro evento importante in occasione della festa della donna, l’8 marzo.

Molte delle iniziative dell’associazione Shqiponja sono concordate con l’associazione gemella “Zeri Atdheut”, come la festa al Bocciodromo tricolore, annonta il presidente Shaban Muqa. «Io sono arrivato qui nel 1994 con un viaggio che mi ha portato da Valona a Bari poi sono arrivato a Reggio Emilia dove avevo i parenti e da allora non mi sono mai mosso. Ho iniziato una nuova vita grazie agli italiani. Qui a Reggio Emilia faccio il muratore. Ho portato qui tutta la famiglia, anche la mamma, da sei o sette anni»