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Spaccio, assolto il 27enne. La difesa: «Il Rivotril non rientra fra le droghe»

Tiziano Soresina
Spaccio, assolto il 27enne. La difesa: «Il Rivotril non rientra fra le droghe»

La vicenda si era trasformata in un nodo giuridico controverso

01 gennaio 2023
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Reggio Emilia Non è certo uno stinco di santo il gambiano 27enne Yerro Bah Saidy – ha precedenti penali per droga – ma l’arresto nei suoi confronti del 22 ottobre scorso si è tramutato in un nodo giuridico controverso.

Quel giorno era stato bloccato con addosso poco meno di due grammi sia di eroina (in sei involucri termosaldati, contenuti in un ovetto di plastica), sia di marijuana (l’era era in un sacchettino di plastica), ma anche cinque cubetti di hascisc del peso di 54 grammi, nonchè ventun pastiglie di Clonazepam, un farmaco meglio noto come Rivotril, l’ansiolitico detto “la droga low cost” dei poveri che non possono permettersi l’eroina. Droga che in parte aveva consegnato spontaneamente, in parte era stata trovata dai poliziotti in seguito a una attenta perquisizione.

Nella direttissima il gambiano aveva affermato che quell a droga era per uso personale avendo problemi di tossicodipendenza: particolare questo comprovato dalla documentazione presentata dalla difesa. In particolare il Rivotril è solitamente assunto dai tossicodipendenti. Ed è stato quest’ultimo il tema riproposto di recente dalla difesa – cioè l’avvocatessa Elisabetta Strumia – davanti al giudice. Infatti il difensore nella sua arringa, oltre a sostenere quanto già dichiarato dal suo assistito in aula – cioè che è tossidipendente – si è soffermato sul Rivotril: «Non è nelle tabelle ministeriali delle sostanze stupefacenti». Sta di fatto che il magistrato giudicante ha, alla fine, assolto Saidy «perché il fatto non costituisce reato».

Nel maggio scorso il giovane, mentre passava da via Dante su un monopattino, era stato fermato da uno sconosciuto e ne era nato un diverbio che aveva fatto intervenire una pattuglia delle Volanti. In realtà, la controparte aveva spiegato agli agenti di aver subìto, il giorno precedente, il furto del monopattino; il proprietario si stava recando appunto in questura per sporgere denuncia quando si era imbattuto nell’africano, riconoscendo il mezzo come suo. Saidy, senza documenti, era stato perquisito: erano saltate fuori svariate dosi di stupefacente. Da qui l’arresto per droga, ricettazione (il monopattino) e per ingresso e soggiorno illegale in Italia.