Novellara Una tempesta di emozioni e sentimenti contrastanti che hanno messo a dura prova il suo equilibrio. Dal maggio 2021 la vita del fratello di Saman &egrave; stata sconvolta. La morte della sorella, la fuga dei genitori, la pressione degli inquirenti e quella mediatica lo hanno squassato. E non &egrave; finita, perch&eacute; nel processo che si aprir&agrave; il 10 febbraio in Corte d’assise a Reggio Emilia il diciassettenne, che &egrave; assistito dall’avvocata Valeria Miari, avr&agrave; un ruolo centrale. Il quadro indiziario in mano all’accusa &egrave; ampio e si &egrave; rafforzato quando il 18 novembre scorso lo zio Danish Hasnain ha fatto ritrovare il corpo della giovane (senza accollarsi la responsabilit&agrave; del delitto). Questo non toglie, per&ograve;, che le dichiarazioni del ragazzo hanno avuto e avranno un peso importante. Il giovane, che sar&agrave; maggiorenne il 25 febbraio, &egrave; stato il primo a squarciare il velo dell’omert&agrave; familiare. Da quando venne fermato a Imperia, mentre era in fuga con lo zio e i cugini Nomanullaq Nomanullaq e Ikram Ijaz, le sue dichiarazioni sono state raccolte in varie occasioni e poi cristallizzate in un incidente probatorio il 18 giugno 2021. Quasi di certo, per&ograve;, sar&agrave; chiamato in aula, a meno che al compimento della maggiore et&agrave; non voli in Pakistan. Come noto, &egrave; stato lui a indicare nello zio l’esecutore materiale del delitto. &Egrave; facile prevedere che l’avvocato Liborio Cataliotti, che assiste l’imputato, vaglier&agrave; attentamente il suo racconto alla ricerca di eventuali incongruenze. Il resoconto fornito dal minore &egrave; frutto di un processo di intima sofferenza. Ha raccontato di aver pensato al suicidio, si &egrave; accalorato quando gli parlavano del fidanzato della sorella e un giorno, il 28 maggio 2021, &egrave; scappato dalla comunit&agrave; per minori nella quale si trovava, per andare ad affrontare i giornalisti che parlavano della sua famiglia. Il suo avvocato, a un certo punto, ha anche invocato misure di protezione, paventando dei rischi a causa del fatto che era indicato come testimone. In questi mesi &egrave; stato dilaniato da sentimenti opposti, di amore per la sorella, di cui per&ograve; non condivideva spesso i comportamenti, ad esempio quello di fumare, e affetto verso i genitori, che non &egrave; mai venuto meno, pur nei contrasti che si sono verificati a distanza via telefono. &laquo;Ora mi sto pentendo&raquo;, ha detto un giorno alla madre, in una conversazione intercettata. E la donna, latitante a miglia di chilometri di distanza, gli ha ricordato: &laquo;Pensa a tutte le cose, i messaggi che ci facevi ascoltare, pensa e poi d&igrave; se i tuoi genitori sono sbagliati&raquo;. Il ragazzo &egrave; un testimone fondamentale, perch&eacute; a conoscenza dei fatti, ma al tempo stesso non certo distaccato. Fu indagato a sua volta, per violenza privata in concorso, quando gli inquirenti ritenevano che Saman fosse stata costretta con la forza a tornare in Pakistan. Una pista presto caduta, tanto che gi&agrave; a met&agrave; giugno ci fu l’archiviazione. Il giovane ha sostenuto che lo zio era una figura che incuteva timore a tutta la famiglia. Un racconto che contrasta con la quasi totalit&agrave; delle altre testimonianze, secondo le quali, invece, Shabbar era il capo incontrastato del clan. Il minorenne, che in questi mesi &egrave; stato tenuto costantemente d’occhio dagli inquirenti, soprattutto perch&eacute; era in contatto con i genitori, ha pi&ugrave; volte indicato come istigatori del delitto anche uno zio e un cugino, che per&ograve; non risultano indagati. Il minore ha espresso un forte astio nei confronti di questi parenti. Un sentimento condiviso con il padre Shabbar, che a sua volta, in alcune conversazioni intercettate, &egrave; stato sentito mentre li insultava. Nel suo racconto le responsabilit&agrave; dei genitori appaiono molto sfumate ed &egrave; chiaro che questo non &egrave; un elemento che possa essere accolto senza riserve. La sua descrizione di mamma e pap&agrave;, tra l’altro, appare in contrasto, in molti punti, con quella fornita dalla sorella. Ad esempio, pur ammettendo che il padre si ubriacava, ha negato che picchiasse lui, la sorella o la mamma. Saman, invece, ha raccontato di ripetute violenze tra le mura domestiche.

Novellara Una tempesta di emozioni e sentimenti contrastanti che hanno messo a dura prova il suo equilibrio. Dal maggio 2021 la vita del fratello di Saman &egrave; stata sconvolta. La morte della sorella, la fuga dei genitori, la pressione degli inquirenti e quella mediatica lo hanno squassato. E non &egrave; finita, perch&eacute; nel processo che si aprir&agrave; il 10 febbra...

Saman: resti trovati in un sacco nero, due metri sotto terra

Novellara

Subito era stato sospettato di violenza privata, ma poi le accuse sono state archiviate. Il suo cuore diviso tra l’amore per la sorella e l’affetto per i genitori. Nel dibattimento in Corte d’assise sarà una figura centrale

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Saman, i tormenti del fratello: da indagato a super-testimone

Subito era stato sospettato di violenza privata, ma poi le accuse sono state archiviate. Il suo cuore diviso tra l’amore per la sorella e l’affetto per i genitori. Nel dibattimento in Corte d’assise sarà una figura centrale

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Subito era stato sospettato di violenza privata, ma poi le accuse sono state archiviate. Il suo cuore diviso tra l’amore per la sorella e l’affetto per i genitori. Nel dibattimento in Corte d’assise sarà una figura centrale

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