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Appennino senza neve: la Regione chiede incontro e risorse al Governo

Luca Tondelli
Appennino senza neve: la Regione chiede incontro e risorse al Governo

Ventasso Il presidente Bonaccini: «Compensare le stazioni sciistiche»

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Ventasso La Regione Emilia-Romagna intende richiedere, insieme alle Regioni Toscana e Abruzzo, un piano straordinario di sostegno delle stazioni sciistiche, che quest’anno sono pesantemente colpite dall’assenza di neve, dopo che gli anni scorsi era stato invece il Covid a limitare pesantemente le attività. A causa delle temperature superiori alla media del periodo che da quindici giorni si registrano in Emilia-Romagna e certamente con la complicità degli effetti del cambiamento climatico, l’Appennino in regione si presenta senza il manto nevoso che attrae ogni anno, in questa stagione, turisti e sportivi. Una situazione che sta creando non pochi problemi ad albergatori, gestori di impianti di risalita e maestri di sci che si sono visti cancellare tante prenotazioni. E che riguarda, oltre all’Emilia-Romagna, anche altre regioni del comprensorio. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini, hanno quindi deciso di intervenire dopo aver sentito gli assessori Leonardo Marras (Toscana) e Daniele Damario (Abruzzo) per chiedere un incontro urgente alla ministra del Turismo, Daniela Santanché. «Le Regioni non possono essere lasciate da sole– affermano Bonaccini e Corsini –. Occorre un piano straordinario per far fronte a una situazione altrettanto straordinaria. I nostri operatori dell’Appennino bianco dopo le stagioni cancellate dal Covid, oggi sono alle prese con un altro momento nero che sta cancellando gran parte degli incassi dell’inverno con effetti che rischiano di essere irreversibili». Per risollevare un comparto in ginocchio, precisano quindi presidente e assessore, «dobbiamo puntare su tre leve: investimenti, mutui e liquidità. Bisogna che il Governo intervenga in primo luogo con risorse fresche per compensare, almeno in parte, i danni prodotti da questa anomalia climatica e poi con provvedimenti per posticipare i mutui e dare così sollievo immediato agli operatori e infine con aiuti per la sostituzione dei vecchi impianti di innevamento con quelli di ultima generazione che permettono di mantenere la neve artificiale anche a temperature più elevate. Un intervento a valere su tutta la montagna appenninica che, purtroppo, possiamo immaginare sarà sempre più esposta agli effetti del cambiamento climatico. Dobbiamo puntare anche sulla tecnologia per cercare di mettere gli operatori nelle condizioni di resistere e di non essere costretti ad abbandonare le nostre montagne di cui sono un presidio importante».

A Cerreto Laghi, la principale stazione reggiana, a fine novembre era arrivata qualche nevicata, che aveva depositato sulle piste fino a 40 centimetri di neve naturale. I gestori avevano anche integrato il manto attivando il sistema di innevamento artificiale, puntando ad aprire per l’8 dicembre, ma poi l’innalzamento delle temperature e la pioggia arrivata in dicembre, hanno fatto sì che oggi la stazione si presenti in una situazione autunnale più che invernale. E il turismo, a parte il weekend di capodanno che ha visto parecchia gente salire al Cerreto, ne sta comunque risentendo pesantemente. l

L. T.

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