«Lasciata per ore dolorante in attesa al pronto soccorso»
Il racconto di una reggiana. L’Ausl: «Gli accessi sono tanti»
Reggio Emilia «Sono stata lasciata per ore ad aspettare pur avendo male. Non contesto l’attesa in sè, bensì l’essere stata parcheggiata in corridoio, pur provando dolore, abbandonata a me stessa».
La reggiana Silvia Rosati si è recata al pronto soccorso del Santa Maria Nuova due volte a cavallo tra la fine dello scorso anno e l’inizio del 2023. Silvia ha scoperto successivamente di avere il fuoco di Sant’Antonio e, la prima volta che si è recata al pronto soccorso aveva «dolori lancinanti ai nervi, alla schiena e nel collo – spiega –. Mi hanno somministrato la tachipirina ma continuavo a stare male, mi hanno detto che poteva essere lo stress post partum, ma io di notte non riuscivo a dormire a causa del dolore. Mi hanno diagnosticato una cervicobracalgia, ma la diagnosi non era giusta. Sono stata dimessa, ma il giorno dopo, il primo gennaio, in preda a dolori lancinanti, sono ritornata al pronto soccorso. Quando è arrivato il mio turno, mi hanno dato del Valium. Ho preso più farmaci e si è bloccato il latte materno».
L’azienda sanitaria replica riepilogando l’accaduto. «La signora si è rivolta al pronto soccorso del Santa Maria Nuova – dice l’Ausl – una prima volta alle 4.20 del 31 dicembre, venendo visitata un’ora dopo l’accesso. Una seconda volta alle 14.31 del primo gennaio, venendo visitata alle 17.14, orario dopo il quale è stato disposto un approfondimento diagnostico ed era prevista una rivalutazione. In entrambi i casi alla paziente è stata prescritta una terapia del tutto congrua rispetto alla sintomatologia che presentava in quel momento».
«Quanto al tempo di permanenza in pronto soccorso – specifica l’Ausl – oltre alle criticità più volte rese note a partire dal livello nazionale e dipendenti da elementi oggettivi, preme evidenziare che i giorni festivi cui si fa riferimento sono stati caratterizzati da un prevedibilmente elevato numero di accessi (204 il primo gennaio, concentrati in prevalenza nella fascia oraria pomeridiana, appunto) e che l’equipe di emergenza - urgenza si dedica con professionalità e costanza alla presa in carico di tutti i pazienti, a partire dal livello di gravità e dalle caratteristiche evolutive dei quadri clinici che si presentano».
L’Ausl rimarca il dispiacere per le attese e che se fosse possibile le eviterebbe a tutti. l