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Mafia, le Agende Rosse lasciano la Consulta: «Tavolo fallimentare»

Tiziano Soresina
Mafia, le Agende Rosse lasciano la Consulta: «Tavolo fallimentare»

Il sindaco e Tria: «Il confronto c’è, si va avanti»

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Reggio Emilia Nel marzo scorso l’uscita, sbattendo la porta, dalla Commissione per la legalità del Comune di Brescello, ora il gruppo Agende Rosse “Rita Atria” di Reggio Emilia abbandona, in città, anche la Consulta provinciale per la legalità.

La motivazione è, come a Brescello, radicata sul terreno antimafia. Non viene nascosta la profonda delusione: «Ne usciamo, anche da qui, come testimoni di quello che per noi è un fallimento, ma sereni e certi di aver dato il nostro contributo per cercare di cambiare le cose». Poi il gruppo entra più nel merito: «Credevamo che questa struttura solida potesse generare una forte spinta tesa ad affrontare un vero percorso culturale sul tema del contrasto alla criminalità organizzata, proprio in virtù della qualità dei soggetti coinvolti al tavolo e nei gruppi tematici e anche per le dichiarazioni fatte dai vari rappresentanti istituzionali. Col passare dei mesi (e degli anni!), abbiamo però capito che il passaggio alla “fase nuova”, come disse l’allora presidente della Provincia Manghi, consisteva nell’attendere la partenza di un vecchio autobus, però senza autista e senza una destinazione precisa. Dal 2018 ad oggi solo 7 incontri, troppo pochi se pensiamo che la nostra regione è stata classificata come distretto di mafia dal procuratore generale della Corte di appello di Bologna Lucia Musti».

Per le Agende Rosse è un problema di governance: «Alla Consulta manca una segreteria organizzativa e una figura dedicata a facilitare le comunicazioni tra i partecipanti e la messa in rete delle idee; inoltre non è stato mai redatto un verbale e le poche proposte esterne fatte, come ad esempio quella della Cgil di invitare il procuratore Paci e il prefetto Rolli al tavolo, sono cadute nel vuoto. Così è stato per la nostra richiesta di convocazione urgente della Consulta a seguito delle gravi recenti dichiarazioni del candidato a sindaco di Cutro Antonio Ceraso, fatte a Reggio Emilia in presenza di una consigliera comunale di maggioranza. Questo denota l’investimento piuttosto scarso che è stato fatto in questi anni su questo organismo, spinto forse da un’idea approssimativa e confusa su come affrontare il tema nel nostro territorio. Oppure da un’idea molto chiara e precisa su come deve funzionare una Consulta. Chissà? I gruppi di lavoro sono rimasti al palo, nonostante l’impegno profuso da alcuni referenti esperti. Infine la costituzione della cabina di regìa ristretta per facilitare il lavoro e il confronto, si è verificata un inutile e fallimentare tentativo di rilanciare un lavoro che non è mai partito».

Un’uscita di scena che non scuote più di tanto chi dirige la Consulta, cioè il sindaco Luca Vecchi e l’assessore alla legalità Nicola Tria: «La Consulta non è un’istituzione a cui sono attribuite competenze specifiche in materia di contrasto alle mafie. La consulta – replicano i due amministratori – è una sede di confronto tra i principali attori di un territorio che periodicamente si trovano e si confrontano sul tema. In questi anni in sede di consulta si è discusso di protocolli antimafia , di beni sequestrati, di progetti nelle scuole, dello sportello legalità e giustizia (che ha visto la sua nascita lo scorso anno). Non appartiene del resto – come chiunque può ben comprendere – alla grammatica dei rapporti istituzionali che la Consulta “convochi” innanzi a se’ il procuratore della Repubblica o il prefetto. In ogni caso il sindaco ha personalmente messo a parte il prefetto del desiderio della Consulta di invitarla a discutere dei temi di rilievo in relazione al contrasto alla criminalità sul nostro territorio. Nei prossimi giorni comunque la Consulta si riunirà in quanto era già stata convocata. Forse Agende Rosse, anche involontariamente, ne ha interpretato diversamente il ruolo; ci dispiace della sua uscita e ne prendiamo atto (sperando tuttavia ad un ripensamento), ma i lavori della Consulta proseguiranno ugualmente».