L'assessore Donini: «Per i punti nascita il numero di ginecologi non è sufficiente»
Il titolare della delega regionale sull’unificazione dei centri: «Per riaprire nei luoghi montani servono più professionisti»
i Serena Arbizzi
Reggio Emilia Il numero di professionisti e in particolare ginecologi non è sufficiente per riaprire tutti i punti nascita. Dopo le dichiarazioni del primario di ginecologia Lorenzo Aguzzoli sull’unificazione dei punti nascita, è pronta la risposta della Regione, tramite l’assessore alla sanità Raffaele Donini.
Assessore, i punti nascita unificati offrono maggiori garanzie a mamme e bambini. Si evince dalle posizioni di responsabili dell’azienda sanitaria. Qual è il punto di vista della Regione?
«Questa è una valutazione che da tempo unisce tutta la comunità scientifica. E i dati sono assolutamente coerenti. Noi abbiamo posto al governo un altro tema: quello di riaprire in sicurezza i punti nascita nei luoghi montani o comunque lontani dalle strutture ospedaliere Hub. Per fare questo, però, occorrerebbero non solo investimenti in strutture sanitarie, che potremmo riuscire a pianificare e realizzare - tanto che abbiamo già inviato al ministero i progetti strutturali - quanto piuttosto molteplici equipe di professionisti esperti, in particolare ginecologi, capaci di affrontare e risolvere le possibili complicanze del parto. Il problema è che negli ultimi anni, oggi più che mai, non troviamo professionisti in queste discipline e sono in affanno persino i punti nascita esistenti. Noi comunque continueremo a ricercare con bandi pubblici queste professionalità».
Valorizzazione degli ospedali cosiddetti periferici e unificazione dei punti nascita: come possono coesistere questi due punti?
«La valorizzazione degli ospedali territoriali consiste anche nel dare loro una vocazione specifica. Esempio: la chirurgia di parete a Scandiano e la chirurgia del pavimento pelvico a Montecchio. Vorrei anche sottolineare che gli ospedali non sono solo punti nascita e gli investimenti per il potenziamento delle strutture sanitarie sono evidenti. L’ospedale di Castelnovo Monti dispone di: pronto soccorso h24, medicina, lungodegenza, cardiologia, chirurgia, urologia, ortopedia, audiologia, chirurgia flebologica e otochirurgia, pediatria e oculistica. L’ospedale, inoltre, negli anni è stato oggetto di importanti interventi di riqualificazione e, con i fondi del Pnrr, verranno intrapresi due importanti interventi di consolidamento antisismico. Nel 2020 sono stati anche individuati i nuovi direttori della struttura complessa di ortopedia Cnm-Scandiano e della struttura complessa di medicina, oltre che il nuovo direttore della chirurgia. Anche su Scandiano è evidente la continua valorizzazione delle attività. Da febbraio 2022 abbiamo la focus factory della chirurgia di parete che opera in daysurgery e ambulatoriale, tutte le ernie dell’area centro sud della provincia, con una potenzialità di oltre 700 interventi all’anno. Da febbraio 2022 sono stati attivati 70 posti letto di lungodegenza trasferiti dal Santa Maria Nuova e 22 Posti letto di cra-Covid (che diventeranno il nostro primo ospedale di comunità appena non sarà più necessaria l’attività di Cra-Covid)».
In previsione c'è la riapertura del punto nascita di Guastalla, con quale criterio si sceglie di riaprire questo e non altri, come Scandiano e Castelnovo Monti?
«È bene precisare che il numero di parti a Guastalla, prima della chiusura, superava i 500 parti l’anno. Ed è bene ricordare che il punto nascita di Castelnovo Monti è stato chiuso con provvedimento ministeriale. Il punto nascita di Scandiano era aperto con deroga di due anni (scaduta a fine 2019), tempo ritenuto dal Ministero utile per valutare se il numero di parti potesse tornare sopra i 500, cosa che non è accaduta. Più in generale, siccome la situazione dei professionisti è una emergenza nazionale, credo che presto, insieme, Regioni e Ministero, dovranno discutere una strategia omogenea in tutto il Paese. Forse così si potrebbero anche superare le evidenti strumentalizzazioni politiche che di volta in volta si presentano su ogni territorio». l