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Luminarie accese anche dopo Natale «Così combattiamo il buio in centro»

Serena Arbizzi
Luminarie accese anche dopo Natale «Così  combattiamo il buio in centro»

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 Reggio Emilia L’illuminazione pubblica non viene attivata e allora residenti e commercianti la sostituiscono con... le luminarie.

In più punti del centro storico, infatti, gli allestimenti delle luci natalizie vengono lasciati anche dopo le festività.

È il caso di via Restidove l’architetto Sara Gilioli ha avuto quest’idea: una soluzione per combattere il problema dell’insicurezza che, soprattutto nelle ore buie fa paura.

«Io e la mia vicina ogni anno per Natale facciamo qualche allestimento sulle facciate delle nostre case, perché è un’usanza che ci piace moltissimo – spiega Sara Gilioli –. Quest’anno abbiamo aspettato a smontarle per risolvere il problema della luce spenta nel nostro quartiere dove tornare a casa fa un po’ paura. Qualcuno ci ha prese in giro per la facciata addobbata, ma in realtà tanti ci danno il riscontro della fondatezza del nostro gesto. Anche in altre zone del centro, non solo nella nostra, esiste questo problema. Io non voglio pensare che si tenga la luce spenta per una questione di risparmio: il centro non è più quello di un tempo. Abbiamo segnalato il problema delle luci, ma capisco che non sia così semplice da risolvere – continua l’architetto Gilioli –. Io ne faccio una questione di sicurezza, ho tre cani e ho paura lo stesso. Dispiace vedere il centro poco curato. Speriamo che con il progetto del mercato coperto il cuore della città si ravvivi come quando è stato ristrutturato palazzo Busetti con H&M».

Anche Riccardo Benetti, titolare della Casa del miele di via Broletto, lascia le luminarie tutto l’anno. «Rappresento la quarta generazione dell’attività, aperta nel 1945 – aggiunge Benetti –. Negli anni, il centro storico è stato maltrattato. Sono arrivato in negozio da ragazzo, subito dopo la scuola. Ho fatto in tempo a vedere la città in condizioni migliori di quelle attuali. Negli ultimi anni le attività in via Broletto sono sempre meno, ragione per cui l’illuminazione è sempre più scarsa. Attività come la nostra creano un tessuto sociale – rimarca Benetti –. Via Broletto è gestita da più soggetti. È fuori di dubbio che come altre parti della città non è stata soggetta a particolari investimenti. Addirittura, con l’illuminazione rifatta, ci hanno messo un po’ in difficoltà perché hanno teso un cavo su cui si appoggiano centinaia di piccioni e si creano situazioni imbarazzanti. Mi sono rivolto all’assessorato prima di San Prospero, che per la mia bottega di specialità alimentari è un momento clou e si registra grande affluenza. Il mio timore era che si creasse la fila fuori e così è stato. Ho provveduto a installare personalmente i dissuasori per i piccioni...».l