Bagnolo piange Gabriele
Si è spento a soli 15 anni a causa di una malformazione cardiaca Questa mattina il funerale nella chiesa di San Francesco da Paola
i Nicolò Valli
Bagnolo A 15 anni hai il diritto di sognare, correre e giocare. I doveri? La scuola, certamente, oltre a qualche piccola mansione domestica assegnata dai genitori. A 15 anni cominci a diventare grande, con quello che ne consegue anche per la sfera affettiva e sentimentale. A 15 anni puoi fare tutto e niente: pensi a qualsiasi cosa, tranne che a morire per un tragico destino; un destino che ti ha “battezzato” sin dalla nascita, ma che hai provato con tutte le tue forze a sovvertire.
Gabriele Persano non ce l’ha fatta: il suo cuore, che sin dal grembo gli aveva presentato serie problematiche, ha smesso di battere nei giorni scorsi. Il ragazzo, nato a Bologna ma residente a Bagnolo assieme a mamma Silvia e papà Salvatore, era stato operato un paio di settimane fa all’ospedale Sant’Orsola, all’ombra delle due torri, nel tentativo di risolvere una situazione che stava diventando complessa. «Un’operazione andata bene – racconta sforzandosi il padre –. Il medico lo conosceva e ha provato a dare il proprio contributo. Purtroppo, l’infezione ha però preso piede e non gli ha lasciato scampo».
Questa mattina alle 11 nella chiesa di San Francesco da Paola a Bagnolo, si terrà il funerale. La famiglia non ha chiesto di portare dei fiori, quanto eventualmente di attivarsi per una donazione all’associazione bolognese Piccoli e Grandi Cuori. «Sono 15 anni che faccio avanti e indietro dall’ospedale – prosegue Salvatore Persano – ho visto tanti ragazzi nella stessa situazione di mio figlio. Io ci sono passato e so cosa vuol dire, dobbiamo fare il possibile per aiutarli».
Un aiuto quasi doveroso, verrebbe da dire, non fosse altro per il pensiero avuto verso il prossimo dai genitori di Gabriele in un momento così tragico. «Nostro figlio era un ragazzo come tanti altri – prosegue il padre – straordinario e pieno di vita. Abbiamo cercato di non pensare troppo alla malattia, anche se le visite e i medicinali facevano parte della routine. In questi giorni stiamo ricevendo diversi messaggi di affetto da parte di suoi amici e professori». Gabriele frequentava il secondo anno del “Corso” di Correggio, con un sogno nel cassetto: diventare chef. Chissà quante volte avrà guardato i programmi del reggiano Bruno Barbieri, o si sarà cimentato in qualche prelibata ricetta. L’altra grande passione del ragazzo era il calcio. «Quando non puoi fare una cosa, ti affezioni ancora di più – spiega Salvatore –. Gabri non poteva giocare in una squadra a causa della sua malformazione, ma andavamo insieme a vedere le partite casalinghe del Sassuolo». Un modo per assistere alle partite dei campioni di serie A a pochi chilometri da casa, proprio come molti suoi coetanei.
«Non vedevamo l’ora che arrivasse la domenica per andare allo stadio insieme, era anche un’occasione per svagarsi. Non usciva molto di casa, ma non appena c’era l’occasione ci sfidavamo in sfide molto sentite alla playstation». Ricoverato da qualche settimana (a dicembre ha festeggiato il compleanno direttamente in ospedale), Gabriele è morto a causa di una polmonite collegata al problema cardiaco. Aspettava da tempo un organo compatibile, senza trovare risposta. Salvatore, di origini leccesi, tiene a ringraziare il reparto di Cardiochirurgia pediatrica ed affida il suo adorato figlio al Signore per l’ultimo viaggio.l