Gazzetta di Reggio

Reggio

La storia

La battaglia legale di un 53enne separato: «Non vedo i miei figli da mesi»

Ambra Prati
La battaglia legale di un 53enne separato: «Non vedo i miei figli da mesi»

Accusa l’ex moglie di sottrazione di minor.i La 39enne è partita nel giugno scorso per una vacanza in Argentina e non è più tornata

4 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia «Non vedo i miei figli, un maschio di 8 anni e una femmina di 4 anni, dal giugno scorso, quando la madre li ha portati in Argentina. Non ho intenzione di mollare: farò tutto il possibile per farli tornare in Italia. Però ci sono momenti in cui perdo la fiducia e mi dispero». È quanto dichiara, tramite il suo legale Andrea Davoli, un padre di 53 anni, che ha denunciato la madre per sottrazione di minori.

Il matrimonio tra il 53enne e la 39enne, entrambi originari del Sud Italia e residenti a Reggio, è arrivato al capolinea durante il lockdown dovuto al Covid: il 18 novembre 2020 è avvenuta la separazione consensuale tramite la negoziazione assistita, cioè di comune accordo, con un affidamento congiunto dei figli. I primi screzi sono insorti quando la donna si è trasferita prima in Sicilia e poi in Spagna. Nel giugno 2022 la 39enne ha comunicato all’ex di voler fare una vacanza in Argentina, dove il nuovo compagno lavora per un’associazione, ottenendo dal 53enne il consenso per il passaporto dei figli. Due mesi dopo, ad agosto, la madre ha comunicato che non sarebbe tornata e il padre si è opposto con forza all’idea di avere i figli dall’altra parte del mondo. Perciò ha sporto denuncia nei confronti della madre per il reato di sottrazione, dando il via a un lungo contenzioso, complicato dal diritto internazionale, a suon di carte bollate.

Le versioni dei due protagonisti sono divergenti. Secondo l’avvocato Giovanna Fava, che rappresenta la madre, «la mia assistita non ha sottratto illecitamente i figli: non ha nascosto alcunché al padre, concordando la vacanza». Senonché la donna a Reggio era senza lavoro e senza casa, mentre «in Argentina ha trovato lavoro. Quando le è stata offerta l’opportunità di un lavoro per un anno per la stessa associazione del compagno e la possibilità di far frequentare la scuola ai bambini, che si sono trovati bene e vivono in mezzo alla natura, lei ha comunicato al padre che sarebbe rimasta per un periodo limitato di tempo, ricevendo dal padre un netto diniego». L’avvocato Fava sottolinea che la 39enne «non ha nascosto nulla e i bambini hanno espresso il desiderio di restare con la mamma». Non si tratta, ha precisato Fava, «del classico caso di sottrazione di minore come è avvenuto per Ilaria Sassone, la mamma di Novellara che si è vista il figlio portato in Turchia. La mia assistita ha tutto il diritto di rifarsi una vita. È una situazione difficile, soprattutto per i bambini: la mia lettura è che sia tenuta in maggior considerazione la bigenitorialità piuttosto che la volontà dei minori».

«Anche il padre, al quale è stata inflitta una sofferenza, ha il diritto di vedere i figli. Lui si è sentito ingannato, visti i buoni rapporti pre-esistenti», ha replicato a stretto giro di posta l’avvocato Davoli. «Un conto è trasferirsi in Sicilia, un altro in Argentina: il che significa annullare la figura paterna, costretta a vederli una volta all’anno in estate».

Una battaglia legale furibonda, senza esclusione di colpi bassi, visto che è pure spuntata un’accusa di presunte violenze del papà sul figlio «mai emersa in precedenza e del tutto strumentale», secondo l’avvocato Davoli. Nell’agosto scorso, oltre alla denuncia, il legale ha attivato la procedura amministrativa internazionale (la competenza è della Corte dell’Aia, che agisce in base alle convenzioni con i singoli stati). Procedura che ha funzionato poiché in breve tempo in Argentina, ascoltate le parti e interpellati i minori, è stato stabilito che è compito del tribunale italiano dirimere la controversia del diritto di famiglia: la madre deve tornare a Reggio. Il 6 gennaio scorso il tribunale argentino ha stabilito che il rispetto dei patti tra Stati è superiore rispetto a qualsiasi altra valutazione e pochi giorni fa l’istanza presentata dalla madre al tribunale di Reggio, che si è detto incompetente, è stata rigettata. «L’Argentina ci ha dato ragione: la madre deve tornare – ha concluso Davoli – ma siamo in una situazione di stallo e la controparte adduce scuse per non tornare». «Lei sta solo cercando di capire come fare», ha replicato Fava.