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Affitti turistici, ira di Confedilizia «Il monitoraggio è illegittimo»

Alice Benatti
Affitti turistici, ira di Confedilizia «Il monitoraggio è illegittimo»

L’associazione interviene sulla mozione approvata dal consiglio comunale

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Reggio Emilia Le case e gli appartamenti da affittare in città sarebbero sempre meno e più difficili da trovare perché destinate a locazioni e affitti brevi per i turisti? Per Confedilizia, storica organizzazione dei proprietari di casa, la presunta concorrenza tra residenti e turisti delineata nella mozione a prima firma della consigliera dem Marwa Mahmoud non esiste. Il motivo? Le locazioni turistiche e gli affitti brevi (non superiori ai 30 giorni) sono troppo pochi per impattare sulla situazione affitti a Reggio Emilia.

«Numeri risibili», riporta l’associazione, rincarando la dose: «Data la mancanza di politiche a favore del turismo di questa città».

Non solo: per Confedilizia l’impegno assunto dal sindaco e dalla giunta di avviare un monitoraggio delle locazioni turistiche e degli affitti brevi, al fine di comprendere l’entità del fenomeno sul territorio, è irricevibile. «Un provvedimento che in realtà tradisce una volontà di controllo su tutte le locazioni», è il giudizio dell’organizzazione dei proprietari di casa.

Oltre al suddetto controllo, nella mozione approvata dalla maggioranza si chiedeva l’istituzione «di un Tavolo comunale sulle politiche abitative che coinvolga tutti i soggetti pubblici e privati impegnati sui temi della casa e della sostenibilità abitativa.

«Confedilizia non parteciperà ad alcun tavolo di monitoraggio degli affitti – è la risposta della presidente di Confedilizia Reggio Emilia, l’avvocata Annamaria Terenziani – nessun proprietario di casa iscritto a Confedilizia sarà mai sottoposto al controllo di un tavolo privo di qualsivoglia legittimazione giuridica. Anzi Confedilizia si riserva di verificare se la gestione dei dati, relativi ai contratti di cui tale tavolo verrà messo a conoscenza, non costituisca una violazione della necessaria riservatezza a cui sono soggetti i dati personali».

Per l’associazione si tratterebbe di un’ingerenza inaccettabile che violerebbe la libertà dei proprietari degli immobili.

«Come può una giunta pensare di decidere della destinazione che il proprietario deve dare al proprio immobile?» è l’amareggiata domanda che la presidente pone oggi all’amministrazione comunale. «Il proprietario non riceve fondi pubblici per fornire accoglienza e dunque non deve rendere conto a nessuno – ribadisce l’associazione a difesa della propria autonomia –. Il Comune non fornisce neppure assistenza quando il proprietario deve sfrattare l’inquilino che non paga, né tramite la polizia Municipale né tramite gli assistenti sociali. Di questa latitanza bisognerebbe piuttosto parlare». Dunque è un rifiuto netto, quello che a Reggio Emilia arriva dai proprietari di casa, non solo a un monitoraggio delle locazioni turistiche e degli affitti brevi (che pensano mascheri un tentativo di controllo su tutte le locazioni) ma anche a partecipare al Tavolo comunale sulle politiche abitative che Vecchi e la sua giunta si sono impegnati a istituire. Anzi, al Comune danno “compiti a casa”: promuovere politiche a favore del turismo di questa città ed essere più presenti e incisivi nelle questioni “calde” quali gli sfratti di inquilini morosi.