Monoreddito e giovani precari sono le fasce più penalizzate
Queste le categorie segnalate da Federconsumatori
Reggio Emilia L’incubo dell'inflazione si focalizza sui prezzi dei carburanti e ancor più sulle bollette di gas ed elettricità. La maggior parte delle famiglie s’era lasciata convincere dalla pubblicità a passare al libero mercato ed ora subisce gli aumenti tariffari decisi dalle compagnie, più consistenti di quelli disposti da Arera per il mercato tutelato.
Federconsumatori s'era opposta e il Tar le aveva dato ragione. Il governo Draghi, infatti, aveva bloccato gli incrementi fino ad aprile 2023, ma il Consiglio di Stato ha ammesso il blocco solamente per i contratti ancora in vigore entro quella data, dando il via libera agli aumenti di quelli che sono scaduti o scadranno prima.
«Siamo molto preoccupati – sottolinea Rino Soragni, presidente provinciale di Federconsumatori – per le conseguenze del decreto governativo Milleproroghe, che consente questi rincari. Consigliamo agli utenti di rinegoziare le tariffe. Le compagnie li avevano informati, comunicando le nuove condizioni contrattuali, che avrebbero potuto cercare quelle più convenienti offerte dalla concorrenza. Non tutti però vi hanno fatto caso o se ne ricordano. C'è il rischio che ora subiscano gli aumenti imposti dallo stesso fornitore».
Un’altra possibilità ancor meno conosciuta è il ritorno al mercato tutelato, che adesso aggiorna le tariffe ogni mese, adeguandole prontamente alle variazioni nelle transazioni internazionali, che sono in discesa. «Le maggiori compagnie – precisa Soragni – si rendono disponibili senza frapporre ostacoli».
Le difficoltà riguardano soprattutto le fasce sociali disagiate. «Nella condizione peggiore – spiega Renza Barani, presidente regionale di Federconsumatori – si trovano sicuramente i monoreddito, i single, a partire dagli anziani, ma anche i giovani precari che pagano un affitto. I dati ci dicono che per una persona sola l’incremento medio della spesa annuale è stimabile in quasi 1.850 euro rispetto al 2021. Ma sta ancora peggio chi, dovendo scegliere tra pagare l’affitto o un mutuo, oppure saldare la bolletta del gas o della luce, ha scelto la prima eventualità. Così crescono in modo del tutto prevedibile i distacchi di energia, nella colpevole assenza di un intervento del governo per bloccare i distacchi, almeno nel periodo invernale».
Per Barani, «la decisione s'aggiunge a quella del ripristino dell’entità delle accise sui carburanti, che pesa sul reddito dei tanti pendolari costretti a spostarsi in auto. Un ulteriore dato amaro è quello della pressoché totale assenza nel 2022 di iniziative a livello locale che tentassero almeno di monitorare la crescita dei prezzi. Non ci sono state iniziative concrete né degli enti locali, né delle prefetture contro le speculazioni. Un vero peccato, in una regione abituata ad un buon livello di confronto». l
L.S.
© RIPRODUZIONE RISERVATA