Rapine a Veggia, altri due arresti e un complice indagato
In tabaccheria lo sparo finì nel controsoffitto, mentre al distribuore il benzinaio rimase ferito
Casalgrande Svolta nelle indagini per la rapina del 12 settembre 2022, a Veggia di Casalgrande, dove un benzinaio era stato rapinato e colpito alla gamba con un colpo di pistola, mentre stava depositando l’incasso di giornata nel bancomat della Bper di via Radici. Il procuratore capo di Reggio Emilia, Calogero Gaetano Paci con il sostituto procuratore titolare delle indagini Piera Cristina Giannusa, concordando con le risultanze investigative dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia che hanno operato congiuntamente ai colleghi delle compagnie di Reggio Emilia e Sassuolo, hanno richiesto e ottenuto dal gip del Tribunale di Reggio Emilia un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 42enne catanese domiciliato a Sassuolo e una analoga misura in regime di arresti domiciliari nei confronti di una 26enne foggiana residente a Scandiano. Sui due, rispettivamente amico e fidanzata del 28enne pregiudicato sassolese già, in carcere per la rapina, sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di concorso in lesioni aggravate, rapina aggravata, detenzione e porto illegale di munizioni e simulazione di reato. Il 28enne arrestato dopo dieci giorni dall’efferata rapina è anche accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti poiché, nel corso della perquisizione domiciliare effettuata presso il suo domicilio, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato 2 etti di marijuana.
La rapina
Erano da poco passate le 20.30 del 12 settembre scorso quando i carabinieri reggiani intervenivano in via Radici della frazione Veggia di Casalgrande e precisamente nei pressi della Banca Popolare Emilia Romagna dove poco prima, un benzinaio 53enne, con attività nel limitrofo comune di Sassuolo, aveva subito una rapina a mano armata, ad opera di due persone, in parte travisate, all’atto di depositare presso la cassa continua della stessa banca i bussolotti relativi all’incasso del distributore di benzina in cui lavora. La vittima, nel tentativo di opporsi alla rapina, aveva ingaggiato una colluttazione con uno dei rapinatori, durante la quale era stato attinto da un colpo di pistola al ginocchio sinistro. Alcune persone presenti nelle vicinanze del luogo della rapina, sentendo i colpi di pistola, intervenivano in aiuto della vittima. Il rapinatore quindi, impossessatosi di uno dei tre bussolotti che nel frattempo erano caduti a terra, contenente la somma di 3.500 euro, si dava alla fuga salendo su una Lancia Y bianca, poi risultata condotta dal 42enne catanese oggi finito in carcere, dileguandosi in direzione Sassuolo della quale alcuni testimoni dell’episodio rilevavano parte della targa.
Le indagini
Dai primi accertamenti, è risultato che alle 23 la centrale operativa della compagnia dei carabinieri di Sassuolo aveva inserito in Banca Dati SDI la vettura oggetto di ricerche, in quanto la proprietaria del mezzo, rivelatasi poi essere la fidanzata del fermato, si era presentata in caserma denunciandone il furto a opera di ignoti, avvenuto alle precedenti ore 20, senza però formalizzare l’atto di denuncia. L’atteggiamento tenuto dalla ragazza durante la sua permanenza in caserma, unito alle apparenti incongruenze nella successione temporale degli eventi così come dalla stessa esposti, induceva i carabinieri a svolgere mirati accertamenti per rintracciare il veicolo e sui suoi possibili spostamenti nella zona di Sassuolo/Casalgrande e nei Comuni limitrofi. Tali attività evidenziavano come il mezzo fosse stato poco prima della rapina individuato nell’area del comprensorio ceramico, con a bordo la ragazza ed il 28enne.
Le ulteriori investigazioni consentivano di acclarare che il furto denunciato era risultato essere una simulazione per coprire la rapina ed i suoi esecutori, che si erano dati alla fuga con quella vettura, per abbandonarla nella zona delle Terme della Salvarola, dove è stata trovata il 14 settembre. Gli accertamenti successivi hanno portato al fermo nella notte tra il 16 ed il 17 settembre del 28enne. Dopo il fermo, in un luogo non lontano dal domicilio dell’indagato, dove all’atto della cattura era stata condotta la perquisizione, è stata rinvenuta una pistola semiautomatica risultata essere del medesimo calibro di quella utilizzata nel corso della rapina, ed una felpa scura con cappuccio del tutto compatibile con quella indossata da uno dei rapinatori. Gli approfondimenti investigativi dell’Arma non si fermavano però al fermo del rapinatore, e nel proseguo, anche attraverso attività di natura tecnica, i carabinieri risalivano ai presunti complici.
La rapina in tabaccheria
I carabinieri ritengono inoltre che complice del 28enne sassolese resosi responsabile il 25 agosto scorso di una rapina a mano armata ai danni della tabaccheria Corsini della frazione Veggia di Casalgrande - dove il malvivente, a seguito della reazione del tabaccaio, esplose un colpo di pistola che fortunatamente non attinse alcuno, andandosi a conficcare nel cartongesso del soffitto – avesse un compliche, identificato in un 21enne palermitano domiciliato a Sassuolo, ovvero colui che lo attendeva alla guida della moto fuori dalla tabaccheria con la quale i due si diedero alla fuga: è stato indagato per concorso in rapina aggravata e detenzione e porto illegale di munizioni.
Erano da poco passate le 19 del 25 agosto scorso quando i carabinieri reggiani intervenivano in via Radici. La vittima mentre era intento ad effettuare le operazioni di chiusura vedeva entrare all’interno della tabaccheria, ci cui è titolare, un soggetto vestito di nero con casco integrale calzato sulla testa, il quale brandendo una pistola gli intimava di consegnare il danaro riposto in cassa. In un primo momento la vittima si opponeva lanciandogli lo strofinaccio che aveva in mano, ma a seguito della reazione del rapinatore, che esplodeva un colpo di pistola verso gli espositori, si dirigeva verso la cassa e gli consegnava alcune banconote, per una somma di 100 euro, che il rapinatore afferrava per poi darsi alla fuga a bordo di un motociclo.
Gli accertamenti hanno permesso di arrivare a marca, modello e colore del motociclo utilizzato per la fuga dai malviventi unitamente ad altri importanti particolari. Il presunto rapinatore del benzinaio è risultato essere proprietario del motociclo corrispondente per modello, marca e colore a quello usato per la fuga e che veniva rinvenuto e sequestrato dai carabinieri: l’aveva ceduto al fratello.
Ma non solo: l’analisi della copia forense del cellulare sequestrato al 28enne sassolese consentiva rinvenire svariate fotografie con immagini del motociclo e del casco perfettamente corrispondenti a quelle delle indagini ma anche numerose foto con l’indagato che indossava le stesse scarpe di quelle calzate dal rapinatore entrato in tabaccheria. A ciò si deve aggiungere anche il sequestro presso l’abitazione dell’indagato di uno zaino nero che è assolutamente coincidente a quello posseduto dal rapinatore dall’interno del quale aveva riposto i soldi consegnati dal tabaccaio. Ed infine anche il calibro del colpo esploso in tabaccheria ovvero 6.35 e corrispondente a quello esploso all’indirizzo del benzinaio.