Strangolò la sorella: sarà libero
La corte d’assise d’Appello ha riconosciuto il massimo dello sconto: per Franco Govi condanna rideterminata in 6 anni, 2 mesi e 20 giorni, già quasi espiati
Reggio Emilia Una ridefinizione della condanna, con il riconoscimento del massimo di sconto possibile pari a un terzo: da 9 anni (all’inizio erano 12) alla pena finale 6 anni, 2 mesi e 20 giorni. Questo l’esito del ritorno davanti alla corte d’Assise d’Appello di Bologna del processo per omicidio a carico di Franco Govi, 75 anni. Il punto saliente è che, grazie al pre-sofferto, Govi ha praticamente già scontato per intero la pena e potrà tornare libero a breve.
Il pensionato reo confesso è stato l’autore del cosiddetto delitto di Natale: la mattina del 24 dicembre 2017, nell’abitazione di via Bologna a10 a Canali dove i coabitavano, l’uomo ha ucciso strangolandola la sorella Franca Govi, 61 anni, inferma e schizofrenica, che assisteva ogni giorno da una ventina d’anni.
Un raptus dettato da una convivenza che si era fatta sempre più difficile, come hanno riferito i vicini, aggravata dai problemi di salute della sorella e dai disturbi psichici di entrambi. Un caso lampante subito risolto. Era stato lo stesso assassino a chiamare il 118: «Mandate un’ambulanza e un carro funebre. Ho ammazzato mia sorella». Nell’appartamento al terzo piano della palazzina a pochi metri dalla chiesa di Canali Govi aveva poi atteso l’arrivo della polizia seduto su una sedia, a pochi metri dal cadavere della sorella rinvenuto in bagno. In questura l’anziano aveva confessato: in stato confusionale, aveva dichiarato di averla strangolata in un gesto d’impeto.
In primo grado in rito abbreviato Govi è stato condannato dal gip Luca Ramponi a dodici anni, con le attenuanti generiche prevalenti su tutte le aggravanti. In secondo grado la corte ha ridotto la pena a nove anni e quattro mesi. Nell’agosto scorso la Cassazione ha deciso il ritorno in Appello limitatamente al risarcimento del danno; un parziale accoglimento con la formula del rinvio per annullamento. Il risarcimento, effettuato su base spontanea da Govi, ha riguardato sei cugini della sorella, che hanno ricevuto duemila euro ciascuno per un totale di 12mila euro. Su questo punto sia il giudice di primo grado prima sia il secondo grado hanno contestato il risarcimento, affermando che la vita umana non può valere poche migliaia di euro. La difesa invece ha sottolineato come il risarcimento sia stato accettato dai parenti, che si sono detti soddisfatti. La Cassazione ha dato ragione ai legali di Govi: il risarcimento «è stato effettuato prima del giudizio di primo grado, è stato volontario ed effettivo e a favore di tutti i cugini, i quali hanno dato atto di aver ricevuto e accettato le somme di denaro dichiarandosi integralmente soddisfatti». Perciò la suprema corte ha ravvisato il «ravvedimento operoso» e stabilito un ulteriore passaggio.
Ieri la corte d’Assise d’Appello di Bologna ha riconosciuto l’attenuante del risarcimento del danno. Il procuratore generale ha chiesto uno sconto di appena otto mesi; troppo pochi, secondo i difensori, che in una appassionata requisitoria hanno puntato in alto sostenendo che Govi «è una brava persona, che non ha commesso alcun reato per 70 anni, purtroppo ha perso la testa per esasperazione». L’esito è stato più che favorevole ai legali: un trionfo. «Siamo molto soddisfatti. Abbiamo ottenuto il massimo – hanno dichiarato gli avvocati del 75enne Marco Fornaciari e Nico Vaccari – L’Appello ha accolto le nostre osservazioni e rideterminato la pena». Franco Govi, presente in aula, come ha reagito? «Con pacatezza, com’è suo costume».
La luce della libertà, per lui, si avvicina. Difatti nell’immediatezza del delitto Govi ha trascorso una decina di giorni in carcere, due anni ai domiciliari in Rems e tre ai domiciliari nella sua casa di Fogliano: il che significa che, tra pre-sofferto e liberazione anticipata per buona condotta, ha quasi finito di espiare. «Occorre espletare alcune pratiche burocratiche – precisano gli avvocati – Questione di giorni e sarà ufficialmente libero».