«Era dolce e affabile con tutti» Novellara ricorda suor Paola
Oggi i funerali della responsabile della Casa della Carità morta a 56 anni
Novellara A Novellara la conoscevano un po' tutti. E dire che nella Bassa reggiana Paola Pelloni ci era arrivata da poco, divenendo poi presto responsabile della Casa della Carità Vergine della Fossetta. Un impegno che la assorbiva pienamente, perché grande era la passione per quello che faceva ed ancora più grande la vocazione ad aiutare il prossimo, soprattutto le persone più bisognose. Questa mattina alle ore 10 alla Collegiata di Novellara si svolgerà il funerale della “sorella” scomparsa a soli 56 anni a causa di una malattia che non le ha lasciato scampo. Ad officiare la messa sarà don Matteo Mioni, cappellano del carcere di Reggio nonché “fratello” della stessa Casa.
«La Casa della Carità è una vera e propria famiglia cristiana – è il ricordo del parroco don Giordano Goccini –. Paola è arrivata tardi alla vocazione religiosa, era qui da poco ma si è fatta subito apprezzare per la sua bontà». La casa della Carità proprio quest’anno compirà 50 anni, e pochi mesi fa ha ricevuto la visita del vescovo di Reggio, Giacomo Morandi.
«Ad oggi ci sono 15 persone con un target di età che va dai 21 agli 86 anni – prosegue il prete –. Assieme a Paola lavorano altre due suore, Rossella e Beatrice. È una struttura che si basa anche sul contributo dei volontari, e che ha un rapporto diretto con la comunità. È anche per questo che il periodo del Covid è stato molto difficoltoso. Paola ha affrontato il periodo più duro della malattia con apparente serenità».
Anche il sindaco Elena Carletti si unisce al cordoglio: «Suor Paola era un volto familiare – dice–. Capitava di incontrarla ad alcuni incontri in qualità di referente della struttura e conservo questo ricordo di gentilezza ed affabilità. È una perdita molto dolorosa, non solo per la Casa della Carità, ma per tutti i novellaresi».
Laureata in chimica, dopo le prime esperienze professionali Paola Pelloni si è dedicata esclusivamente alla fede cristiana. Tra le sue opere di carità, anche un viaggio in Madagascar come missionaria, anche se è a Carpi che per diverso tempo ha fatto parte degli scout, specificatamente nel gruppo Carpi 2 della parrocchia di San Francesco. Scout che adesso la ricordano: «Ci lascia con uno degli insegnamenti a cui più si avvicina il sentire scout: il servizio, il fermento di ricostruzione comunitaria, il ritorno all’ umanità. Se ne è andata con il sorriso così come ha sempre vissuto. Rispondendo alla chiamata, vivendo la sua fede nel Signore nel servizio agli ultimi».
Così, in un’intervista rilasciata alla testata “Notizie” nel marzo del 2015, Paola Pelloni descriveva invece l’associazione di cui faceva parte. «La Casa della Carità è definita “parafulmine della Divina Giustizia”, in essa ogni gesto diventa mezzo di conversione. Amando e servendo i fratelli, e in particolare quando costa più fatica, sperimentiamo infatti che anche noi siamo accolti e amati nella nostra povertà». l