Gazzetta di Reggio

Reggio

Reggio Emilia

I benzinai: «Sciopero giusto». Ma molti resteranno aperti

Ambra Prati
I benzinai: «Sciopero giusto». Ma molti resteranno aperti

Tutti d’accordo sui motivi: «Sacrosanti, il nostro margine è 3,5 centesimi». Chi dice no è per non creare disagio alle aziende: «Alla fine ci rimetto io»

25 gennaio 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia «Le motivazioni sono sacrosante». È il refrain ricorrente tra i benzinai: sulle ragioni dei malumori della categoria. Il governo è riuscito nell’impresa, quasi impossibile, di mettere d’accordo tutti quanti. Sull’opportunità o meno di aderire allo sciopero, invece, nella convulsa giornata di ieri – visto che fino all’ultimo il tavolo con il governo ha rischiato di far saltare la serrata di due giorni, ampiamente annunciata ma messa in forse più volte – i gestori delle stazioni di servizio di Reggio Emilia sono parsi divisi. Molti gli indecisi, per un ventaglio di ragionamenti alquanto variegati.

«Deciderò all’ultimo momento: di certo il primo giorno (oggi, ndr) saremo aperti, sul secondo giorno ci rifletterò – dichiara Gabriele Trivelloni, 62 anni, gestore della stazione Eni sulla via Emilia prima della rotatoria di Corte Tegge. – Il fatto è che la maggior parte dei nostri clienti sono le aziende di Corte Tegge e Cavriago: qui ci sono un’ottantina di imprese, come la Landi, con furgoni e camion che fanno la spola di continuo e che spesso hanno la necessità di fare due pieni al giorno. Due giorni sono troppi: non voglio creare un disservizio a questa tipologia di clientela, visto che il problema sono le aziende, non certo i privati cittadini che con un pieno viaggiano per una settimana». Trivelloni precisa che la sua posizione è peculiare. «Sullo sciopero sono assolutamente d’accordo, non si discute. Si continua ad additare noi gestore come i responsabili delle speculazioni, quando si sa benissimo che non è così: il nostro margine risicato è pari a 3 centesimi e mezzo, altro che speculazione. Da tempo siamo diventati il capro espiatorio del caro carburanti, con il ministro di turno che ripete “c’è qualcuno che specula”: rivolgetevi alle compagnie petrolifere, anziché farci impazzire con i cartelli dei prezzi».

Il riferimento è alle prescrizioni sui cartelli. «Abbiamo sempre avuto l’obbligo di inserire i prezzi, anche se sono invariati: però prima il costo da esporre era giornaliero e nazionale, ora dovrebbe diventare una media settimanale e regionale. Per chi sbaglia per tre volte scatterebbe una multa retroattiva che passa da 1.200 euro a 6mila euro con la chiusura dell’impianto per un massimo di 90 giorni». La proposta è stata avanzata e poi ritirata, l’ennesimo dietrofront; ciò non toglie, secondo Trivelloni, che si tratta di «complicazioni inutili, che non incidono sul costo finale al consumatore, non hanno nulla a che fare con la trasparenza e scaricano su noi gestori responsabilità altrui».

«Altro che sciopero: bisognerebbe chiudere tutte le stazioni di servizio e riaprire solo quando il governo avrà più miti propositi», è l’esordio inferocito di Ari Havic, 48 anni, titolare del distributore Ok alla rotonda all’ingresso della città e anche dell’Ego situato dall’altra parte della via Emilia, poco prima del Marabù. «Ho deciso di non chiudere – prosegue Ari – Primo perché ci rimetto solo io, che non incasso ma devo pagare comunque i dipendenti. Secondo perché ritengo che abbassare la serranda per due giorni non serve per cambiare le cose: i privati fanno il pieno per tempo, se ne parla un po’ e poi tutto ricomincia come prima. Lo sciopero con queste modalità è ormai un’arma spuntata. Sarei favorevolissimo a una protesta radicale ed estrema».

Dietro all’angolo tabacchi del bar, Ari sottolinea come «nessuno guadagna con il margine ridicolo della benzina: noi andiamo avanti grazie al bar, alle giocate, al lavaggio auto e agli accessori, non certo con la pompa. Se poi il cliente paga il pieno con la carta di credito ci rimettiamo». Il 48enne si spiega meglio: «La carta di credito ha una commissione bancaria del 2% che paghiamo noi gestori. Su un pieno da 50 euro (20 litri), se uno va alla banca vado sotto di 22 centesimi: il mese scorso abbiamo registrato -400 euro di commissioni». l